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Palermo, Italia-Macedonia, Galvano: “Esigenza sportiva non può prevalere su salute”

giovedì 24 Marzo 2022

Palermo ha fatto registrare il tutto esaurito allo stadio Renzo Barbera, per la partita di calcio che la Nazionale di Roberto Mancini  giocherà sul campo questa sera contro la Macedonia del Nord.

Certamente è motivo di orgoglio per il capoluogo siciliano ospitare gli azzurri, perché dà grande visibilità alla nostra Sicilia. Se non fosse che le autorità sportive di competenza hanno avuto una deroga per la percentuale di cittadini che possono assistere alla partita in programma con una estensione dal 75% al 100%, e il rischio di contagio è dietro l’angolo. Infatti, si sta assistendo proprio a Palermo e provincia a una netta risalita degli indici della diffusione pandemia da Covid 19, se consideriamo che la variante 2 di Omicron, per il momento prevalente, è ad alta diffusibilità e dunque un affollamento in un stadio dove i cori, l’agitazione può fare aumentare la frequenza respiratoria e il contatto prolungato possono essere causa di trasmissione del virus, anche se all’aperto, e in alcuni soggetti con particolari caratteristiche può determinare forme gravi di malattia.

A sollevare l’allarme il Professore Luigi Galvano, Segretario Generale Regionale di FIMG, la Federazione Italiana Medici di Famiglia che ha anche inviato una lettera per informare il Prefetto Forlani. “Non possiamo mettere sullo stesso piano – dice Galvano – esigenze sportive e protezione della popolazione, non possiamo barattare sulla salute. Hanno scelto Palermo perché qui c’è uno stadio che si presta al tifo, gli spalti sono vicini al campo quindi si pensa che verranno più persone, che possano fare il tifo e quindi favorire la nazionale per passaggio a fase successiva di questi campionati. E’ un fatto e lo dimostra che abbiano messo alcuni settori con  biglietti a 5 euro. I contagi sono in aumento, le persone continuano a morire, non mi sembra utile derogare alla norma che ancora fino all’emergenza prevede una capienza per gli stadi al 75%. Serve mantenere un distanziamento e non portarli a 100 %.”

 

LA LETTERA AL PREFETTO

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