Artisti siciliani e internazionali si unisco per dire di “no” la mafia e la criminalità organizzata. Sono state presentate oggi a Palermo, all’Oratorio di Sant’Elena e Costantino le prossime attività culturali e di inclusione sociale della Fondazione Federico II.
Tra le principali iniziative anche un ambizioso progetto di street art e la realizzazione di opere sui temi della legalità in diversi luoghi della Sicilia, tra cui spicca Paternò, con la prima opera che sarà realizzata già a partire dal primo ottobre. A illustrare le novità il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e della Fondazione Federico II Gaetano Galvagno, il presidente della commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia dell’Ars Antonello Cracolici e il componente del consiglio di presidenza dell’Ars Nello Dipasquale.
Il progetto, prevede un format che porterà all’individuazione di due murales per ognuna delle nove province siciliane. L’idea sarà quella di dare vita ad una via della legalità “che potrà essere anche esportata all’estero in futuro“. Il primo murale realizzato a Paternò sarà pronto entro la fine di questo mese. In ogni provincia saranno realizzati due murales: uno affidato all’artista locale, che si confronterà con l’iconografia degli eroi della legalità, e l’altro all’artista internazionale che esplorerà le tematiche della lotta tra il bene e il male, dove il bene vince. Il progetto si sta componendo come un puzzle in itinere, con l’individuazione degli artisti e degli edifici e si concluderà entro giugno del 2025.
Galvagno ha parlato anche del prossimo direttore della Federico II: “Non abbiamo novità. Tutto quello che avevo letto, in alcuni giornali, rispetto al fatto che fosse diventato un posto di sottogoverno, da dare prima delle elezioni europee, lo abbiamo smentito. Stiamo lavorando in grandissima armonia con gli uffici della Fondazione, guidati da Antonella Razete. Quando troveremo la figura più adatta a ricoprire questo ruolo, il posto verrà assegnato. Dovrà essere una persona capace di fare avvicinare i giovani al mondo della cultura e dell’arte, perché talvolta sono proprio i giovani ad annoiarsi. Cercheremo, quindi, qualcuno che possa seguire anche il linguaggio dei giovani. Le cose alla Fondazione Federico II, indipendentemente da tutto, – ha aggiunto – stanno andando molto bene, sia per quanto riguarda gli incassi, il numero di visitatori e la qualità dei prodotti che stiamo portando avanti. Ad esempio, abbiamo, per la prima volta fatto una collaborazione con la Pinacoteca di Brera, facendo uscire, dopo 120 anni, delle opere da lì. Non mi sembra che nel passato si siano fatte cose simili, questo non vuole essere un confronto. Ho rispetto per Patrizia Monterosso e per coloro che l’hanno preceduta“.