Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla chiede agli assessori della sua giunta di rispondere tempestivamente alle interrogazioni provenienti dal Consiglio comunale. Ha inviato a tutti una nota facendo l’elenco delle richieste presentate dai consiglieri che non hanno ricevuto risposta.
Il caso è stato sollevato a Sala Martorana da Fabio Giambrone, del Partito democratico, che ha evidenziato “la mancata risposta, a distanza di mesi, ad interrogazioni e atti ispettivi da parte di colleghi dell’opposizione. Nel caso dell’incendio di Bellolampo – fa notare – il sindaco si è presentato in aula dopo oltre 90 giorni dall’accaduto. In una città normale, avrebbe risposto lui stesso o mandato qualcuno per lui entro un paio di giorni. In altre situazioni ancora non ci sono state date risposte. Tutto ciò dà l’idea di una città non governata, amministrata non da una squadra”.
“Dispiace – aggiunge Giambrone – dover constatare che il sindaco abbia inviato una nota ai componenti della giunta come se non si parlassero tra di loro. Non ho memoria di note da parte di un sindaco che scrive agli assessori pregandoli di rispondere agli atti ispettivi. Questo evidenzia un’amministrazione che non dialoga. L’inadempienza può portare perfino alla decadenza del sindaco. E’ il termometro di come si sta amministrando la città”.
Nella nota, il sindaco chiede agli assessori “di impartire agli uffici di competenza le più opportune e sollecite direttive funzionali alla predisposizione, in tempi brevi, della documentazione afferente al riscontro degli elementi di risposta”. La legge impone alla giunta di fornire risposte entro 30 giorni.