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Arrivano dalla platea con delle sedie innalzate al cielo gli allievi della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” di Emma Dante che, con lo spettacolo “Esodo“, hanno inaugurato la nuova stagione del Teatro Biondo di Palermo.
In scena: Giulia Bellanca, Costantino Buttitta, Martina Caracappa, Chiara Chiurazzi, Martina Consolo, Danilo De Luca, Adriano Di Carlo, Valentina Gheza, Cristian Greco, Federica Greco, Giuseppe Lino, Beatrice Raccanello, Francesco Raffaele, Valter Sarzi Sartori, Calogero Scalici, Maria Sgro (scene Carmine Maringola; luci Cristian Zucaro; assistente ai costumi Italia Carroccio; assistente di produzione Daniela Gusmano).
Con loro, a raccontare la tragedia dell’Edipo Re di Sofocle, nella riscrittura e nella regia della stessa Dante, anche Sandro Maria Campagna, che regge con la sua professionalità già nota il peso della pièce, e, nelle sembianze di una scultura, realizzata da Cesare Inzerillo, il vecchio Laio.
Esodo è frutto di un lungo lavoro che la Dante ha condotto con i suoi collaboratori e con gli allievi attori della Scuola del Biondo, una riscrittura del mito in chiave contemporanea, che parla di noi, del bisogno di confrontarsi con l’altro e di accogliere le differenze, in nome di un’origine e di un destino comune, si legge nelle note di regia.
Il rituale del teatro, nella relazione tra chi lo fa e chi lo osserva, è lo spazio simbolico ideale per elaborare questo bisogno di comunità dove, secondo la regista, il palcoscenico è la méta.
I segni caratteristici del fare teatro, ormai prevedibili, dell’artista residente ci sono tutti: la camminata modello militare del gruppo e il successivo schieramento al centro del palco; il denudarsi di alcuni abiti per indossarne altri; l’azione corale cominciata da un singolo attore che, ad uno ad uno aggancia tutti gli altri che convince, efficacemente, solo nella circostanza del “bosco sacro delle Eumenidi“.
Di certo dinamica e ritmata è questa versione del mito di Edipo, colorata oltre che da abiti e suoni, anche da diverse inflessioni dialettali, dal siciliano, al romano al toscano. Anche questo ‘sigillo‘ della Dante.
Edipo giunge con tutta la sua famiglia, in cerca di un rifugio e non appena incontra lo sguardo dello spettatore comanda di fermarsi: i pellegrini disfano le valigie e si accampano. Il palcoscenico diventa il campo dove imbastire il racconto della tragedia. Il protagonista si presenta al pubblico declamando la sua frase cardine: “Io sono Edipo, uno che non ha certo una prospera e invidiabile sorte. La mia origine è orrenda“.
Le tappe salienti del racconto sono, ovviamente, rispettate nella genesi di uno spettacolo dove, per quanto gli allievi mostrino buone capacità che necessitano, fisiologicamente, di ulteriore esperienza sul palco, a tenere viva l’attenzione del pubblico è la prova attoriale di Campagna.
È parsa, dunque, audace la scelta di affidare l’apertura della stagione a questo spettacolo che ha debuttato al Festival dei 2 Mondi di Spoleto, che lo produce con il Biondo.
Repliche fino al 3 novembre.