Piccola rivoluzione nella Curia palermitana: l’Arcivescovo Corrado Lorefice ha nominato la professoressa Maria Lo Presti Direttrice dell’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica (Irc).
“Mariuccia”, come è affettuosamente chiamata negli ambienti ecclesiali, è stata insegnante di religione nella scuola statale ed è docente presso la Facoltà Teologica di Sicilia e presso la Scuola teologica di base di cui è vice direttrice.
La professoressa Lo Presti andrà a sedere su una poltrona delicatissima: il direttore dell’ufficio Irc dell’arcidiocesi ha il compito di curare l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica e, di riflesso, anche nelle scuole private, secondo le leggi ma soprattutto gestisce le proposte di nomine degli insegnanti di religione che annualmente vengono consegnati all’Ufficio scolastico regionale.
Un compito non semplice se consideriamo la posizione di “figlio di un dio minore” dell’insegnante di religione e di alcuni scandali che spesso hanno procurato la scelta di personale non adeguato ad andare in cattedra, ancor di più a Palermo dove il ruolo di direttore dell’ufficio Irc è stato sempre un fortino clericale proprio per via di questo “potere di nomina” dei docenti nelle scuole.
A dire il vero la musica era cambiata già con la nomina nel 2017 dell’eclettico don Ninni Zito che recentemente ha fatto parlare per la sua posizione aperta – e personale – a favore della trascrizione dei figli delle cosiddette famiglie arcobaleno, ma adesso Lorefice pensa di dare un segnale ancora più chiaro chiamando in questo importante ufficio una donna. Quest’ultima oltre ad un curriculum di tutto rispetto è stata allieva della teologa Cettina Militello ma soprattutto amica personale del beato Pino Puglisi, il prete palermitano ucciso dalla mafia.
La scelta della professoressa Lo Presti non sembra dunque il frutto di una valutazione del curriculum, ma si tratterebbe di un indirizzo ben preciso per provare a gestire uno degli uffici di Curia più delicati con un taglio diverso e probabilmente più affine alla visione ecclesiale dell’Arcivescovo di Palermo.