Mazzette in cambio di rilascio di abilitazioni professionali per il personale marittimo imbarcato su navi mercantili e da crociera. E’ questa l’accusa formulata dalla Procura della Repubblica di Palermo nei confronti di 12 persone, tra cui 4 dipendenti del Corpo delle Capitanerie di Porto e 3 dell’Istituto Nautico di Palermo che agivano in concorso con il titolare della scuola di formazione internazionale marittima “Studio De Santis”. Quest’ultima era abilitata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a svolgere corsi di formazione marittima propedeutici all’imbarco su unità navali.
I nomi – Le misure sono state eseguite dai militari della Capitaneria di Porto-Guardia Costiera e del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo nei confronti di: Giovanni Paterna, 75 anni, capitano superiore di lungo corso, Francesco De Santis, 50 anni, imprenditore titolare di un centro di formazione, Alessandra Schirò, 61 anni, docente dell’istituto nautico di Palermo, Leonardo Busalacchi, 68 anni, impiegato civile all’Ufficio Direzione Marittima della Capitaneria di Porto di Palermo, oggi in pensione e Francesco Giuseppe D’Anniballe, 72 anni, direttore di macchina e sindacalista.
Per tutti sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il divieto di dimora nel comune di Palermo è stato notificato, invece, a Giuseppe Tarantino, 61 anni, direttore di macchina, Antonio Lupo, 61 anni, ex maresciallo luogotenente del Corpo delle Capitanerie di Porto oggi in pensione, Giosuè Messina, 53 anni, capitano di vascello del Corpo delle Capitanerie di Porto, Flavio, Gambino, 32 anni, sottotenente di Vascello Corpo del Corpo delle Capitanerie di Porto. Dovranno presentarsi alla polizia giudiziaria, infine, Caterina Morello, 27 anni, dipendente del centro di formazione De Santis, Annarita Iadanza, 39 anni, docente all’istituto nautico di Palermo, Alessandro Sofia, 50 anni, docente dell’Istituto nautico di Palermo.
Secondo gli inquirenti, che hanno utilizzato intercettazioni e pedinamenti, i marittimi che formulavano l’istanza per partecipare agli esami, il cui superamento era necessario per ottenere le abilitazioni professionali e le certificazioni previste dalla normativa internazionale per svolgere delicate e importanti mansioni a bordo di navi mercantili e da crociera, venivano “avvicinati” dagli indagati. Questi, d’accordo con il Centro internazionale di formazione marittima, promettevano ai candidati il facile superamento delle prove, se avessero frequentati “pre-corsi” a pagamento tenuti dagli stessi pubblici ufficiali che in seguito avrebbero fatto parte della commissione esaminatrice.
In particolare, è stato appurato che più di 50 candidati sono stati avvicinati e una parte di questi ha effettivamente pagato somme non inferiori ai 1.000 euro per beneficiare di corsie preferenziali per il superamento degli esami. In alcuni casi, si è anche scoperto che, in occasione dei “pre-corsi” i candidati venivano puntualmente informati degli argomenti che sarebbero stati oggetto di esame. Alcuni avrebbero avuto prima tracce della prova scritta di inglese e sarebbero stati preparati alla traduzione.
L’indagine svela un sistema di corruttela che ha ripercussioni su un aspetto di primaria importanza nazionale e internazionale, ovvero la sicurezza dei trasporti legata ai traffici marittimi mercantili e crocieristici. Sono stati rilasciati infatti titoli professionali marittimi che hanno reso possibile lo svolgimento di funzioni delicatissime, a bordo di navi da crociera o mercantili, come quelle di responsabile di guardia in coperta e in macchina durante la navigazione.
Dall’inchiesta è emerso il ruolo di Francesco De Santis, amministratore unico del Centro internazionale di formazione marittima. Il suo patrimonio, ritenuto sproporzionato ai guadagni leciti incassati, è stato sottoposto a sequestro “per sproporzione”, in applicazione della disciplina prevista per il reato di corruzione.