Nuovi tesori riprendono luce al monastero di Santa Caterina d’Alessandria, a Palermo.
Nascosti per oltre 2 secoli, un soffitto trecentesco e un affresco dell’Incarnazione sono stati svelati e inaugurati, oggi 25 novembre, alla presenza di Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, Padre Giuseppe Bucaro, Direttore dei Beni culturali Arcidiocesi Palermo e il Prof. Massimo Midiri, Rettore dell’Università degli Studi di Palermo.
Il tesoro
Le scoperte fatte “sono veramente grandi“, dice Padre Giuseppe Bucaro.
“Le decorazioni essenzialmente geometriche e vegetali sono abbellite da animali fantastici, figure di dame e cavalieri, drôlerie e stemmi di famiglie siciliane – prosegue -. Inoltre la realizzazione dell’opera potrebbe ascriversi allo stesso periodo e, forse, agli stessi autori del soffitto ligneo dello Steri e, la presenza dello stemma di Giacoma Ventimiglia, priora dal 1348 al 1353 ne confermerebbe la datazione”.
Sulla trave centrale, ai lati dello stemma aragonese, sono dipinte due dame a cavallo. Probabilmente le due fondatrici del Monastero: Palma, moglie dell’eroe del Vespro Ruggero Mastrangelo, e la figlia Benvenuta, vedova del conte di Santa Fiora di casa Aldobrandeschi la cui tomba si trova ancora nel transetto destro della Chiesa di S. Caterina.
Difatti, l’artista non rappresenta l’annunciazione né secondo i canoni occidentali né secondo quelli orientali, ma fissa il momento dell’incarnazione del Verbo, culmine della nuova Alleanza che Dio stabilisce in Maria.
La tecnologia
Mons. Corrado Lorefice aggiunge che “la grandezza della scoperta è simbolo della grandezza del patrimonio artistico che la nostra terra ha e che deve essere valorizzato e deve essere il volano della sua ripresa e della sua rinascita”.