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L'intervista

Palermo, piscina comunale. Pomar (Waterpolo): “Assessore non risponde nel merito. Sottovalutato il problema”

venerdì 12 Maggio 2023

A pochi mesi dalla chiusura della Piscina Olimpica Comunale niente è ancora certo. Tanti sono i dubbi e le perplessità sull’attività dell’anno che verrà. Dopo il comunicato firmato e inviato dalle società natatorie e pallanuotistiche palermitane al Comune, l’assessore Figuccia ha risposto rassicurando e affermando di star “lavorando ventre a terra per dare un impianto idoneo“. Nonostante ciò le preoccupazioni non si sono placate.

Nella risposta dell’assessore c’è scritto che verrà fatta una riunione per farci sapere come stanno procedendo le cose. Di fatto non risponde nel merito perché non è stato ancora affidato l’incarico al progettista e i bandi di gare per le ditte non sono ancora iniziati. Non basta sentir dire “saremo veloci”, ci servono date precise. Dobbiamo capire come organizzarci, se bisogna chiudere alcuni settori, continuare in piscine private o andare fuori Palermo. Non sappiamo cosa dire alla gente che lavora con noi“. A dichiararlo è stato Marco Pomar, vicepresidente della Waterpolo Palermo, intervistato da ilSicilia.it.

Ci sono interlocuzione continue con l’assessore – spiega – ma abbiamo la sensazione che il problema sia stato sottovalutato. Rispondono a tempistiche che non sono le nostre, cioè quelle della burocrazia. Non si rendono conto che, nonostante la piscina sia stata gestita male e il covid, c’è un movimento in crescita. Non è una cosa secondaria sapere se e per quanto tempo ci sarà o non ci sarà l’impianto. Il nuoto e la pallanuoto sono sport che necessitano di una struttura“.

I problemi sono anche legati al “pallone” e alle sue tempistiche. L’ex sala stampa dei Mondiali di Italia ’90 è stata identificata come soluzione temporanea, per permettere lo svolgimento dei lavori all’interno piscina. Alcuni lavori sono già partiti ma manca ancora l’idoneità.Hanno iniziato a sgomberarlo, messo il ponteggio e portato via tutto quello che c’era. Ma se non viene incaricato un responsabile del progetto che affermi se la struttura ha le caratteristiche idonee, in sicurezza, per ospitare una piscina, non abbiamo alcuna certezza che si faccia“. Ha spiegato Pomar.

Una vasca 33×25 è una risposta auspicabile ma non può sostituire due vasche da 50. E’ una riduzione delle attività però è sempre meglio che chiudere. Il rischio – aggiunge – è questo. Devono realizzare gli spogliatoio e vedere con la ditta, che ancora si deve aggiudicare la gara, la fattibilità della posa della messa in opera della vasca“.

A preoccupare maggiormente è l’assenza di un “piano b” da parte del Comune. “Figuccia – spiega il vicepresidente della Waterpolo Palermo – aveva proposto convenzioni con i privati ma sono già pieni e non in condizione. L’unica alternativa è andare a Terrasini o a Trapani. A disposizione – conclude – ci sarebbe solo l’impianto del CUS ma è piano e non ha possibilità di ospitare nessuno“.

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