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L'udienza

Palermo, processo Open Arms. Salvini: “Ho difeso il mio Paese, era mio dovere di ministro e di cittadino”

venerdì 12 Gennaio 2024

E’ terminato l’esame del leader della Lega Matteo Salvini al processo che lo vede imputato a Palermo per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver negato lo sbarco sull’isola di Lampedusa a 147 migranti soccorsi in mare ad agosto del 2019 dalla nave della ong spagnola Open Arms. All’epoca dei fatti, Salvini era ministro dell’Interno nel primo governo Conte.

Alla prossima udienza, fissata per il 16 febbraio, è previsto l’esame del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

“Dal processo mi aspetto che sia fatta giustizia e che Matteo Salvini risponda alle conseguenze delle sue azioni perché sono state personali”. Lo ha detto il fondatore di Open Arms Oscar Camps ai giornalisti prima dell’udienza nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo.

“Domani esordirò dicendo: ho fatto quello che ho fatto e lo rifarei, perché difendere il mio Paese era un mio dovere di ministro e di cittadino italiano. Aveva dichiarato ieri Matteo Salvini in diretta tv alla vigilia della sua apparizione in aula a Palermo. Ho difeso il mio Paese – ha continuato – e se rischio la galera per aver difeso il mio Paese e per aver mantenuto la promessa che ho fatto agli italiani di fermare gli sbarchi di immigrati clandestini, bene, io domani vado in quel tribunale a testa alta”.

Matteo Salvini è arrivato nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo. Con lui c’è l’avvocato Giulia Bongiorno.

Ho l’orgoglio di dire che quando fui ministro dell’Interno non ci fu alcun episodio luttuoso riferito a migranti, a differenza di quanto avvenuto dopo. La politica del Governo era di contrasto al traffico degli esseri umani e di coinvolgimento dell’ Europa”, ha dichiarato Matteo Salvini al processo.

“Sono qui, al tribunale di Palermo, a testa alta, orgoglioso di quello che ho fattosi legge nella didascalia dell’ultimo post Instagram di Salvini, riprendendolo mentre entra nell’aula bunker dell’Ucciardone.

L’UDIENZA

In aula il ministro delle Infrastrutture sta parlando della politica sull’immigrazione seguita dal governo giallo-verde “per chiarire – ha spiegato – che nella maggioranza c’era una politica condivisa sulla gestione dei fenomeni migratori che prevedeva il coinvolgimento delle istituzioni europee e che ebbe inizio con la vicenda della nave Aquarius che terminò con l’assegnazione del porto sicuro in Spagna e proseguì con la Diciotti che vide d’accordo tutti i colleghi di Governo”.

In sostanza Salvini rivendica che tutte le scelte fatte da ministro dell’Interno in materia di migrazioni erano condivise dall’esecutivo. Lo dimostrerebbero le prese di posizione, alcune citate dal leader leghista, dell’allora premier Conte e dei ministri Di Maio e Toninelli che rivendicarono come collegiali le decisioni prese “avendo come priorità la salvaguardia della vita umana”.

“Ho reso un servizio utile al paese e mi faccio pienamente carico di quel che abbiamo fatto con risultati assolutamente mai raggiunti né prima né dopo non solo in termine di contrasto al traffico di esseri umani ma anche di vite salvate” ha dichiarato. Il senatore del Carroccio ha ricordato che durante il Governo in cui era ministro dell’Interno gli sbarchi si sono ridotti del 90%. “Meno partenze significa meno morti meno drammi e meno soldi per trafficanti”, ha spiegato.

“Io tutelavo la sicurezza nazionale come dimostra il fatto che almeno tre episodi delittuosi in Francia, Germania e Belgio sono imputabili a persone sbarcate a Lampedusa. Al contrario di quel che sostiene qualcuno l’allarme terrorismo c’era. Quindi la particolare attenzione all’immigrazione irregolare era un obiettivo giusto”.

Conte ha condiviso tutte le scelte di politica migratoria tranne quella relativa alla Open Arms e questo si spiega facilmente se si pensa che tra l’8 e il 9 agosto si era aperta la crisi di governo con la mozione di sfiducia al premier”. Secondo il senatore, dunque, il mutamento di posizione dei 5Stelle dipese solo dalla volontà del Movimento di rompere con il governo giallo-verde. “In tutte le centinaia di episodi precedenti – ha spiegato Salvini – ci sentivamo al telefono per le varie questioni. Con Open Arms, invece, Conte iniziò un carteggio. Il 14 agosto per la prima volta mi scrisse riferendosi ai minorenni a bordo e invitandomi a prendere le decisioni conseguenti. Noi rispondemmo a Ferragosto mentre coordinavamo le forze pubbliche in un patto anticamorra”. “Il 16 il presidente del Consiglio tornò a scrivere – ha raccontato – contestando le mie scelte, il 17 noi rispondemmo: un comportamento epistolare che rappresenta la cesura politica che ora mi porta qua sul banco degli imputati. Per i 5 Stelle quello che ho fatto con la Diciotti andava bene, quel che ho fatto con la Open Arms no, ma la verità è che il problema era politico”.

IL SOSTEGNO A SALVINIAnnalisa Tardino

“La Lega in Sicilia è al fianco del suo leader, il vicepremier e ministro Matteo Salvini – ha dichiarato in una nota Annalisa Tardino, europarlamentare e commissario della Lega Salvini Premier in Sicilia-. Salvini fermò gli sbarchi e l’immigrazione senza regole, a tutela dell’Italia e dell’Europa: siamo orgogliosi del suo operato da ministro e gli esprimiamo tutta la nostra solidarietà”.

“Massima solidarietà e vicinanza al vicepremier e ministro Matteo Salvini che anche oggi si trova nell’aula bunker dell’Ucciardone a Palermo per l’udienza Open Arms. Difendere l’Italia non può essere un reato. Orgoglioso di Salvini e di quello che ha fatto per il nostro Paese”. Ha aggiunto il senatore siciliano Nino Germanà, vicepresidente del Gruppo Lega a Palazzo Madama.
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