“Il Comune di Palermo, che sta uscendo dal dissesto funzionale, per legge non può assumere nuovi lavoratori. E la stabilizzazione dei 2.400 precari non può essere fatta se non con fondi comunali”. Risponde così alle proteste l’assessore al Personale Dario Falzone.
La protesta dei 2.400 dipendenti comunali davanti a Palazzo delle Aquile prosegue fino a domani, venerdì 13 gennaio, ma Falzone, che ha incontrato i rappresentanti sindacati della sigla Usb insieme al segretario generale Raimondo Liotta, replica alle richieste di chiarimento: “Come detto, i 9 milioni di euro che siamo riusciti ad impegnare grazie all’approvazione del bilancio dello scorso 27 dicembre ci permetteranno di portare a 30 ore coloro che da anni sono fermi dalle 13 alle 25 ore lavorative settimanali – dice -. E per sbloccare questi fondi, che sono comunali, abbiamo bisogno del via libera nazionale, che arriverà con la firma del Patto con lo Stato, prevista a giorni”.
Secondo lui, però, nella nota diramata dal sindacato, ci sono “alcune inesattezze. È vero che sono state fatte nuove assunzioni, ma è pur vero che queste assunzioni o stabilizzazioni sono state fatte sfruttando fondi extracomunali. Diversa è la situazione dei 2.400. Per loro, per legge, possono essere usati solo fondi comunali. Anche se potessimo usare il fondo da 55 milioni – ci tiene a precisare -, il residuo sarebbe insufficiente perché ammonta a poco più di un milione di euro. E sappiamo tutti bene che al momento le assunzioni sono bloccate a causa del dissesto finanziario da cui il Comune di Palermo sta cercando di uscire. Quando ne saremo fuori, allora si potrà intavolare un discorso per portare i lavoratori a 36 ore. Per adesso, entro l’anno arriveremo a 30 e l’obiettivo è riuscire ad arrivare a 34 nel 2024“, conclude Falzone.