Negli ultimi anni il porto di Palermo ha cambiato notevolmente il suo volto, diventando importante fonte e centro turistico ed economico. L’aumento dei numeri derivanti dal settore crocieristico e dello sviluppo, più in generale, della blue economy ne sono l’esempio lampante. Tutti questi elementi sono stati al centro del convegno “Lavoro, infrastrutture e porto”.
L’evento si è svolto al Cruise Terminal di Palermo. Tra i vari argomenti trattati anche il legame tra PNRR e portualità. I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si sono rivelati un grosso sostegno per l’implementazione di queste preziose infrastrutture, operando nell’obiettivo di ricucire le spaccature tra città e porto, come era avvenuto nel capoluogo siciliano. Punti di partenza sono sicuramente: ammodernamento, innovazione, sostenibilità green e digitalizzazione.
In collegamento video sono intervenuti anche Pasqualino Monti, presidente dell’AdSP del Mare di Sicilia Occidentale, e Luigi Merlo, presidente di Federlogistica.
“Abbiamo portato avanti un disegno i cui risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti, cercando di apportare un’identità nuova. Palermo e gli altri scali hanno sempre avuto straordinarie capacità ma erano vecchi e senza programmazione, con piani regolatori fermi agli anni ’70, senza un disegno industriale che programmasse sviluppo e senza guardare alle esigenze di mercato“. Sono queste le parole di Pasqualino Monti, che ha sottolineato i numeri in continua e costante crescita rispetto al 2019 sia nel settore crocieristico sia della cantieristica e gli ottimi risultati ottenuti dalla sinergia tra l’operato del pubblico e del privato. Il presidente ha anche anticipato l’ingresso nell’AdSP del Mare di Sicilia Occidentale del porto di Sciacca, prevista tra qualche mese.
Luigi Merlo si è invece focalizzato sui mestieri e il lavoro portuale. Un settore che negli anni ha avuto delle evidenti mutazioni ed ha visto la scomparsa di diverse figure professionali. La risposta a rilento dell’Italia non consente ancora oggi al paese di essere competitivo con gli altri stati. La portualità è dunque chiamata a ripartire della logistica, dalla destinazione finale, dallo sviluppo delle zone economiche speciali e porre come obiettivo il raggiungimento dei mercati esteri, oltre che quelli interni. Il presidente di Federlogistica ha sottolineato come attualmente le strutture portuali non siano adeguate e a passo con i tempi. Punti di partenza fondamentali saranno la formazione delle nuove figure portuali, oltre che la costruzione di moderne infrastrutture, capaci di reggere il confronto con i processi di trasformazione in atto, cercando di tamponare le carenze che riguardano soprattutto la logistica terrestre.
Tra le varie personalità e autorità presenti al convegno anche Giuseppe Todaro, presidente di Portitalia S.p.A., Marco Verzari, segretario nazionale Uiltrasporti e responsabile area contrattuale Trasporto Marittimo, e Claudio Socci, professore ordinario di politica economica all’Università di Macerata.