Mare cristallino, in superficie. Ma nei fondali c’è di tutto: slip, costumi, vecchie maschere da sub, residui di cantieri edili come tubi dalmine, ferro, una scala probabilmente di una grossa nave. Ripescati diversi copertoni di auto e anche, come già l’anno precedente, quello di un camion. E poi un tappeto di bottiglie di vetro, lattine, piatti e bicchieri di plastica, sacchetti, etichette, tessuti vari.
Ecco i trofei raccolti dal centinaio di volontari – per acqua e lungo la battigia – che hanno partecipato, ieri pomeriggio, alla seconda edizione di “Underwater cleaning ’23”, la caccia ai rifiuti che anche quest’anno si svolge del Golfo di Mondello, tra il molo di Punta Celesi e il porticciolo della borgata marinara.
E sul molo, in cui è stato piazzato il “campo base”, dopo tre ore e mezza di ricerche da parte delle squadre di volontari di apneisti, provetti e non, ci sono una trentina di sacchetti giganti colmi di rifiuti, già divisi per la raccolta differenziata.
L’iniziativa è stata organizzata da Owac Engineering Company (Open Water Company), società di ingegneria che opera nel settore ambientale in chiave green, sviluppando progetti di economia circolare che generino un impatto positivo reale sulla vita delle persone e per il pianeta. “Il motto della società è “THINK green_ACT circular” – dice il Ceo di Owac, ingegnere Rocco Martello, campione di pesca in apnea nel 1996, appassionato di sport di ogni genere e oggi alla guida di un team di apneisti – per cui Owac è alla continua ricerca di nuovi compagni di strada con cui costruire il cambiamento, partecipare alla transizione green e lavorare a una gestione sostenibile e intelligente delle risorse in tutto il mondo,.Contribuendo anche a sensibilizzare i cittadini. In questa edizione abbiamo con noi Asja e Rap con cui lavoriamo quotidianamente e che anche in questo caso hanno scelto entusiasticamente di assecondarci”.
Sono oltre 120 i “volontari” che hanno aderito alla raccolta, tra squadre che hanno battuto la spiaggia da Punta Celesi fino al porticciolo di Mondello e i team in mare, armati solo di pinne, contrappesi, maschere, guanti, sup e canoe.
“L’anno scorso c’erano più rifiuti ingombranti mentre ora vincono soprattutto le microplastiche – spiega Francesco Briguglia, capo del settore strategico di Owac e che si è occupato del sopralluogo nei fondali – e una montagna di piatti e bicchieri nei fondali tra lo stabilimento Charleston e il porticciolo. E poi tanti indumenti intimi, di tutti i tipi, nel sito che abbiamo ribattezzato baia delle mutande”.
#UWC23 è organizzata in partnership con il “Club I Canottieri Roggero di Lauria”, la sponsorizzazione di Asja Ambiente Italia spa, il patrocinio di ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia e il supporto operativo di Rap, Water Experience, “Fratelli della Costa”, Acquatica-Apnea Team e Dive 4 Earth.