La sicurezza nel centro storico di Palermo, specialmente nelle aree intorno a Via Maqueda e Via Fiume, continua a destare preoccupazioni. L’ennesima aggressione, questa volta ai danni di un giovane tunisino, ha riportato alla ribalta le problematiche di ordine pubblico che affliggono la zona. Il giovane, vittima di una violenta rissa, è stato soccorso e trasportato in condizioni gravissime al Policlinico, dove è stato intubato dai sanitari del 118. Si tratta per l’appunto della quarta aggressione in quattro mesi in quella zona.
Incidenti ricorrenti e disordini notturni
Secondo i residenti e i commercianti, risse e atti di violenza sono ormai all’ordine del giorno, con la zona di Via Maqueda che è diventata teatro di scontri tra bande rivali. Ci scrive infatti una lettrice de ilSicilia.it, esasperata, che descrive la situazione come molto problematica: “Questa zona della via Maqueda è totalmente fuori controllo. In mano a bande che si contrastano fino a tarda notte. Ho sempre più paura nel rientrare a casa la sera. Più che continuare a chiamare continuamente carabinieri e polizia che dobbiamo fare?”.
Via Maqueda due facce della stessa strada
Da anni ormai il tratto di Via Maqueda che si estende dal Teatro Massimo ai Quattro Canti è un vero e proprio centro nevralgico della vita cittadina. Qui, turisti e locali si mescolano tra negozi di moda, boutique di artigianato, gelaterie e ristoranti tipici. La chiusura al traffico veicolare ha trasformato questa parte di Via Maqueda in un’isola pedonale vibrante, dove artisti di strada e musicisti intrattengono i passanti, creando un’atmosfera vivace e accogliente.
Tuttavia, spostandosi verso la stazione centrale, il quadro cambia drasticamente. Il tratto di Via Maqueda che va dai Quattro Canti alla stazione ferroviaria offre uno spettacolo desolante. Qui, l’incuria e il degrado sono evidenti, e sono tanti i residenti a lamentare un assoluto abbandono della zona a quelle che sono vere e proprie bande in lotta per la contesa del territorio. I recenti scontri, secondo le prime ricostruzioni, sono nati da tensioni tra gruppi di giovani tunisini e bengalesi. L’ultima rissa, scoppiata vicino alla stazione centrale, ha visto l’intervento massiccio di pattuglie di polizia e carabinieri. Un testimone ha raccontato di un tunisino che avrebbe insultato un uomo del Bangladesh, scatenando una violenta reazione. “Due gruppi si sono affrontati con coltelli e bottiglie di vetro”, riferisce una fonte. Qualche mese fa, sempre nella stessa zona, un gruppo di tunisini avrebbe importunato passanti e turisti, scatenando l’ira del marito di una donna per un “bacio rubato”.
Per cercare di capire qualcosa in più su questa vicenda e in generale sul triste quadro che divide in due una delle strade più importati di Palermo, abbiamo sentito la consigliera comunale Giulia Argiroffi che ha sottolineato come anche quella zona piena di movida e ristoranti una volta svuotatasi, a tarda notte, sia diventata centro per lo spaccio di droga: “Chiusi i locali, abbassate le saracinesche, anche questa zona purtroppo è diventata vera e propria piazza di spaccio del crack. Il livello di violenza e insicurezza del centro storico cresce ogni giorno. Fino a ieri sono stata aggredita fisicamente in via Roma da un cocchiere in pieno giorno. Io credo che il nuovo comandante della Polizia Municipale, Angelo Colucciello, sia mosso da buone intenzioni e stia lavorando al massimo delle sue potenzialità. Purtroppo ha degli strumenti che ancora oggi non ha potuto sfruttare al meglio, e mi riferisco alla nuova control room della città”.
Questo sistema di videosorveglianza ad oggi conta circa 830 telecamere attive su tutto il territorio cittadino. Uno strumento particolarmente tecnologico, all’interno della control room sono stati montati 18 schermi da 65 pollici che compongono una parete intera, dando la possibilità di visionare bene tante aree della città. Il sistema permette di registrare e immagazzinare le immagini per circa 7 giorni.
“Palermo da qualche mese è dotata della nuova control room che seppur in fase sperimentale, permetterebbe di controllare al centimetro il territorio se solo venisse pienamente utilizzata per le sue potenzialità. Non ci sarebbero più furti, risse, spaccio, poiché di fatto è in grado di monitorare a tappeto tutta la città. A questo punto credo sia tutta una questione di volontà politica. Il sindaco Lagalla va raccontando che la città sia sicura basandosi sui dati statistici, ma sono in tanti a Palermo a non denunciare poiché ritengono non servi a nulla. La vita vera, di chi il centro storico lo vive, racconta una realtà diversa. Quella che manca è la volontà politica di risolvere questo problema. Chiunque delinque oggi ha la certezza di rimanere impunito. Una volta che questa certezza viene meno, automaticamente cambia tutto”.
Sulle azioni da intraprendere la consigliera sottolinea: “Ad oggi non esiste nessun tipo di programmazione. Si procede solo per interventi spot e tutto ciò provoca all’abbandono di queste zone. Servirebbe una vera e propria pianificazione delle attività commerciali. Il tratto dal massimo ai quattro canti è oramai un fast food a cielo aperto e il controllo del territorio è di fatti gestito dalle attività. Tutto il resto che non ha questo tipo di attività viva è totalmente abbandonato”, conclude.
La sicurezza nel centro storico di Palermo, ad oggi, rimane una sfida urgente. Camminando dal Teatro Massimo verso la stazione centrale, è impossibile non notare come la situazione di degrado peggiori progressivamente, e l’atmosfera cambi radicalmente. Ogni passo in avanti sembra portare con sé un ulteriore strato di abbandono e incuria, evidenziando un contrasto doloroso che non può più essere ignorato.