Sono trascorsi quasi 3 anni dalla chiusura del più grande polmone verde urbano di Palermo: era il 16 aprile 2014 quando “esplose” la “bomba ambientale” del Parco Cassarà, sequestrato dalla procura dopo l’inchiesta di Stefania Petyx per Striscia la Notizia. Scorie industriali e amianto nascosti sottoterra vennero alla luce. Da qui l’esigenza di chiudere il Parco al pubblico.
Da allora poco o nulla è stato fatto per riaprirlo, anche a causa delle difficili operazioni di bonifica e smaltimento dei rifiuti speciali sepolti. Proprio oggi però, il Comune è tornato sulla vicenda, annunciando l’imminente pubblicazione di un bando per la rimozione dell’amianto. «Entro il mese di febbraio – si legge nella nota di Palazzo delle Aquile – sarà indetta la gara per la caratterizzazione dei rifiuti pericolosi nell’area del Parco Cassarà che renderà possibile la pianificazione degli interventi di rimozione e bonifica nelle 3 aree sottoposte a sequestro dalla magistratura e, quindi, la progressiva riapertura alla fruizione pubblica in condizioni di sicurezza e salubrità. Allo steso tempo, gli uffici dell’Amministrazione hanno richiesto all’autorità giudiziaria l’autorizzazione all’accesso nella “zona rossa” perché si possa da subito procedere alla rimozione dell’amianto visibile senza attendere la fine delle procedure di caratterizzazione. Questi lavori saranno svolti con fondi dell’amministrazione comunale».
Non manca poi la stoccata del sindaco Leoluca Orlando all’ex primo cittadino Diego Cammarata: «Come si vede – ha detto Orlando – l’impegno dell’Amministrazione comunale per la riapertura progressiva del Parco è massimo e costante. Ciò risolverà una vicenda vergognosa, simbolo della precedente “dis-amministrazione” e che ha trasformato quello che poteva essere un fiore all’occhiello della città in un potenziale pericolo per la salute dei cittadini».
Era di pochi giorni fa la protesta sui social in merito alla gestione del Parco.
Che siano servite le lamentele? O è solo campagna elettorale? Staremo a vedere…