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Pasqua 2021, tra tradizioni e pandemia

domenica 4 Aprile 2021

Ennesima Pasqua, ennesimo lockdown. Oggi, infatti, proprio come un anno fa, Pasqua non sembra festa.

Nel 2020 il pensiero comune è stato “Ma si, questa volta posso anche fare un sacrificio“, certi che le buone azioni dell’anno passato avrebbero permesso un ritorno alla normalità nel 2021. L’idea di spezzare la monotonia, cambiare le nostre abitudini, avere finalmente del tempo a disposizione quasi ci allettava.

Eppure ora questo “strappo alla regole”, questo tempo libero, è diventato troppo, ci abbiamo fatto l’abitudine e non ne possiamo più. Ci chiediamo quando finirà e in tempo di festa queste restrizioni ormai familiari sembrano ancora più asfissianti.

La famigerata zona rossa imposta dal Governo non permette di certo di festeggiare come vorremmo questa festa tanto amata nella nostra terra, ma proprio come l’anno scorso è giusto stringere i denti ancora un po’ per tornare, magari prima di Pasqua 2021, a far vivere appieno la Sicilia e i siciliani.

Nell’attesa non ci resta che ricordare le numerose incantevoli e suggestive tradizioni siciliane che, con il trascorrere del tempo, rischiano di essere dimenticate.

Di seguito solo alcune tra le più pittoresche e accattivanti. Impossibile infatti elencare tutte le processioni, le sfilate, gli eventi tradizionali e, ovviamente, tutti i tipi di cibi pasquali tipici di questa festa.

GLI ARCHI DI SAN BIAGIO PLATANI

Questa incantevole tradizione originaria di San Biagio Platani, nell’Agrigentino, ha origini antichissime, a metà Seicento. Si celebra il giorno di Pasqua e consiste nella realizzazione di giganteschi archi composti da materiali naturali, come canne, salici, asparagi, alloro, rosmarino, cereali, datteri e pane.

Vi sono due confraternite, “Madunnara” e “Signurata“, che competono ogni anno allestendo nella parte di Corso Umberto di loro competenza le decorazioni più belle, tra cupole, campanili e abbellimenti di vario tipo.

Generalmente le strutture delle costruzioni restano invariate, pur cambiando lo stile: l’entrata del viale rappresenta la facciata di una chiesa, il corso è invece la navata e l’arco, esattamente opposto all’entrata, è l’abside. Ovviamente è proprio quest’ultima la parte più importante, poiché sarà sotto di esso che Gesù risorto e la Madonna si incontreranno.

Le gigantesche costruzioni rimangono in mostra per tutto il giorno di Pasqua e per le settimane successive, dopodiché vengono conservate nel Museo degli Archi.

LA FESTA DI LI SCHIETTI DI TERRASINI

Come non parlare della celebre “Festa di li schietti” di Terrasini? Questa celebrazione unica nel suo genere si svolge nel fine settimana di Pasqua e coinvolge, generalmente, non solo tutto il paese ma anche visitatori curiosi e appassionati.

Consiste in una prova di forza tra gli uomini “schietti” (scapoli) che, per impressionare la ragazza dei loro sogni e conquistarne il cuore, devono sollevare un arancio amaro dal peso di 50/55 chili circa e, con una sola mano, dovrà farlo roteare senza perdere l’equilibrio.

A differenza di molte altre tradizioni siciliane, questa non ha origini antichissime. Risale infatti alla seconda metà dell’Ottocento e richiama le feste primaverili pagane dedicate ad Adone, divinità legata alla morte e resurrezione stagionale della vegetazione. L’albero, infatti, rappresenta la natura ed è parte integrante di essa in quanto simbolo di fecondità senza fine.

Al termine della prova di forza tutti gli invitati parteciperanno al tradizionale banchetto a base di carne di castrato, sarde arrostite e molto altro.

“U BALLU DI DIAVULI” DI PRIZZI

Ultimo ma non meno importante è il famoso “Ballu di li diavuli” di Prizzi, in provincia di Palermo. Questa pittoresca celebrazione unisce fede e folclore nella raffigurazione dei diavoli che impediscono a Gesù risorto e alla Madonna di ricongiungersi.

Pasqua è il giorno in cui si svolge la grande festa, alla quale partecipa tutto il paese, capitanato da alcuni uomini mascherati. Questo sono: i diavoli, vestiti con tuniche e maschere rosse che simboleggiano le fiamme dell’Inferno, e la Morte, con indosso una tuta gialla e una terrificante maschera di cuoio simile ad un teschio.

Durante il ballo per le strade del paese la Morte può “prendere di mira” alcuni passati con la sua simil-balestra e insieme si dirigeranno “al più vicino inferno”, nonché un bar o qualche altro locale. Qui il malcapitato sarà costretto a offrire qualcosa a tutti i presenti.

Nel momento più importante, quando Cristo Risorto e la Madonna sono pronti a riunirsi, i Diavoli iniziano ad agitarsi e, al terzo inchino, il mantello nero della Madonna lascia il posto a quello azzurro mentre i “diavuli” vengono uccisi dalle spade degli Angeli schierati a protezione del Messia.

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