Tutto pronto per l’inizio della scavo. La TBM “Marisol“, la talpa meccanica che la Sis impiegherà per il tunnel ferroviario “Notarbartolo-Belgio”, è pronta a partire. «Stiamo facendo gli ultimi collaudi propedeutici allo scavo, in modo da poter iniziare i primi di luglio. Faremo sicuramente una piccola cerimonia di avvio». A rivelarlo l’ingegnere Filippo Palazzo di Rfi.
Superate tutte le prescrizioni dell’Arpa, relative allo smaltimento delle rocce da scavo, adesso si può finalmente iniziare a fare sul serio. L’Ufficio Traffico ha già pubblicato una nuova ordinanza per consentire agli automezzi impiegati nel cantiere Notarbartolo di poter circolare liberamente su via Domenico Cimarosa, «considerato che l’avvio dello scavo – si legge nell’ordinanza – comporterà un costante transito di autocarri per e dai luoghi di conferimento del materiale estratto».
Così nel tratto tra via Malaspina e via Boito sarà istituito, da lunedì 26 giugno al 22 dicembre 2017, il divieto di sosta, in modo da consentire il via-vai costante dei mezzi. Il tratto da scavare per la precisione è lungo 1.978,50 metri (quasi 2 km), mentre il volume geometrico totale del materiale scavato sarà di 140.000 metri-cubi. Il tempo di scavo stimato è di 10 mesi con un avanzamento medio presunto di 6,6 metri al giorno.
Ad ogni passo di 1,5 metri riveste la galleria con dei conci prefabbricati in calcestruzzo armato, «realizzati a Potenza. Ogni “anello” di tunnel è composto da 7 conci. Al momento, la testa fresante (cioè lo scudo rotante che scaverà il tunnel ferroviario, ndr) è posto a 140 metri dall’imbocco della galleria, cioè a 10 metri dal fronte di scavo».
La talpa “Marisol” ha un diametro di 9,40 metri, è lunga 130 metri e pesa 1.200 tonnellate. È avanzata “a vuoto” rivestendo finora i primi 150 metri di galleria Notarbartolo-Belgio (con scavo tradizionale).
Il materiale di risulta estratto sarà convogliato su dei nastri trasportatori e poi verrà destinato a una cava di Sferracavallo, (cava Impisu). Il “laghetto” di Tommaso Natale (cava Troìa) invece è già stato riempito e sarà destinato a suolo pubblico, con sistemazione a verde.
Intanto, sul fronte di vicolo Bernava, Rfi sta procedendo alle stime immobiliari dei 5 palazzi da demolire. «Terremo conto dei prezzi di mercato. Se il valore dell’esproprio non piacerà ai proprietari degli appartamenti – aveva rivelato l’ingegnere Filippo Palazzo a ilSicilia.it – potranno opporsi all’indennità facendo ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti. Sarà poi un giudice a decidere».
Insomma si preannunciano nuove battaglie legali. «Rfi, tramite Italferr – conclude Palazzo – si farà carico degli espropri immobiliari. Che io sappia, finora nessuno sembra aver presentato ricorso all’ultimo avviso pubblicato da Italferr». Dopo l’estate, probabilmente a settembre, partiranno le demolizioni.