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Pd crollo a livello nazionale, in Sicilia è stata una catastrofe

lunedì 5 Marzo 2018
pd a pezzi

Se i dati registrano un crollo elettorale del Partito democratico, in Sicilia è stata una catastrofe. Qui la percentuale del consenso ottenuto dal Pd, senza il bilanciamento dei voti provenienti dalle Regioni storicamente considerate di sinistra, è scesa ben al di sotto della media nazionale del 19%. Solo uno striminzito 10% degli elettori siciliani ha votato per il partito di Renzi e Faraone. Un dato sul quale molto probabilmente hanno pesato anche le divisioni sulle scelte fatte da Renzi sulle candidature. Candidature che hanno fortemente deluso le minoranze interne, scatenando forti polemiche anche durante la campagna elettorale.

C’è da dire che nell’Isola il centrosinistra a guida Pd non ha mai ottenuto grandi risultati. Eppure la vittoria alle elezioni regionali del 2012 di Rosario Crocetta, nonostante le spaccature nel centrodestra, e l’exploit ottenuto in occasione delle europee del 2014, grazie all’onda lunga del primo renzismo, lasciavano pensare ad un tanto atteso quanto insperato riequilibrio nei rapporti di forza nell’Isola, famosa per quel celeberrimo cappotto del 61 a 0 che nel 2001 consegnò tutti i seggi uninominali al centrodestra.

renzi_faraoneQuesti anni, quindi, avrebbero dovuto essere quelli del pieno riscatto, del consolidamento delle posizioni faticosamente raggiunte dopo anni di inferno. Ed invece così non è stato. Il Pd e il centrosinistra nell’Isola dal punto di vista elettorale sono tornati ad essere quelli di sempre. Appena pochi mesi fa, in occasione delle ultime elezioni regionali, i cittadini hanno sonoramente bocciato il progetto politico voluto da Renzi e dal suo luogotenente Davide Faraone. Al contrario di quanto accaduto nelle precedenti tornate elettorali la maggioranza dei siciliani non si è fatta convincere e dopo solo una legislatura hanno di nuovo preferito un governo di centrodestra.

La cocente sconfitta rimediata, tuttavia, non ha fatto suonare l’allarme in vista delle successive ed imminenti elezioni nazionali. Nessuna analisi è stata fatta all’indomani del voto, nessun confronto interno per capire le ragioni di quanto accaduto. I plenipotenziari renziani del partito hanno continuato ad ostentare la solita sicumera, anche quando a pochi giorni dalla presentazione delle liste per le politiche centinaia di dirigenti e militanti minacciavano il loro disimpegno in caso di candidature non rappresentative del territorio.

Mentre in Sicilia si chiedeva più rappresentanza locale al Nazareno, la sede del Partito, le minoranze venivano quasi del tutto ignorate dalle scelte operate dalle segreterie. E’ stato questo l’ultimo atto di una parabola discendente, che oggi rischia non solo di far ripiombare il Partito democratico in Sicilia negli inferi elettorali nei quali si trovava alcuni anni fa, ma addirittura di sprofondare ancora più giù nell’abisso dell’insignificanza politica.

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