«Davide Faraone con la sua voglia di apparire come il Matteo Renzi di Sicilia fa solo danno al Partito Democratico. Farebbe bene a tacere e nascondersi dietro la sua capolistatura bloccata essendosi tenuto ben lontano dalle sfide uninominali, probabilmente per mancanza di coraggio». Così Magda Culotta, sindaco di Pollina, parlamentare uscente e dirigente del PD in Sicilia.
«Faraone non si rende conto di aver perso credibilità agli occhi del popolo del Pd. Il malessere che c’è in Sicilia è frutto non solo di alcune candidature sbagliate ma anche del modo a cui ci si è arrivati, con il solo scopo di esercitare il suo ruolo da “fedelissimo”. Infine – conclude Culotta – eviti di parlarci di senso di responsabilità e di unità perché anche qua, oltre a non essere credibile, rischia di apparire persino comico».
Gli fa eco Carmelo Greco componente della direzione regionale del PD. “L’appello all’unità di Faraone è tardivo nei tempi e rischia di apparire ipocrita nei fatti. La composizione delle liste in Sicilia riporta indietro le lancette di oltre 10 anni, con un mediocre tentativo di epurare in blocco una parte consistente del partito siciliano. Un suo vecchio sogno. Sarà complicato spiegare a coloro che generosamente hanno contribuito a fondare il Pd questa drammatica inversione di rotta del duo Renzi Faraone. Così come sarà difficilissimo chiedere il voto per il Pd che, per mano di Faraone e Matteo Renzi, perde la sua identità originaria diventando una poltiglia indistinta. Si apre di fatto la stagione congressuale e si spegne nei fatti la campagna elettorale. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità”.
Infine, l’intervento di Fabio Teresi, presidente della V Circoscrizione di Palermo e componente della direzione regionale del Pd: “Faraone non è più degno di parlare a nome dei Ds. Faraone nella sua conferenza stampa parla dei Democratici di Sinistra facendo intendere che la sua presenza in lista è rappresentativa di quella storia. Per tantissimi di noi, sappia, che non è più degno di parlare di quel partito. La pericolosità del modello faraoniano era ben presente anche allora e infatti era opportunamente tenuto a bada. La sua fedeltà a Matteo Renzi lo ha portato ad assumere dei ruoli ma, ne stia certo, per noi il giudizio su di lui resta uguale a prescindere dai partiti e dalle appartenenze. A proposito di partiti caserma dico: il modello che combatteremo è quello dei “signor si” oggi impersonificato proprio da Faraone. Stia sereno“.