“Le primarie carta d’identità del Pd“. Un titolo eloquente, diretto e senza valature quello dell’evento organizzato dal deputato regionale Giovanni Burtone all’hotel “Nettuno” di Catania, per continuare la battaglia politica volta al mantenimento delle primarie nello statuto regionale.
“Vogliamo costruire dal basso una alternativa forte a queste destra che stanno maltrattando la nostra Regione. Per questo vogliamo che le primarie rimangano nello statuto regionale perché sono davvero l’unico strumento in grado di coinvolgere persone che non si tessererebbero mai ma che comunque possono dare una grande mano al nostro PD. Non è una questione burocratica ma politica. Da Catania penso sia arrivato un messaggio chiaro e forte in questa direzione e ci auguriamo che venga rispettato e preso nella dovuta considerazione“, spiega Burtone sottolinenando che la raccolta firme, online e cartacea, ha superato le 4.000 sottoscrizioni e sulla quale si discuterà domani all’Assemblea Regionale in presenza del responsabile organizzativo Igor Taruffi.
“Il partito – continua il dem – dovrebbe avere rispetto del fatto che ci sia una mobilitazione che voglia mettere al centro una partecipazione più aperta. Comunque sia quando poi gli organi di partito correttamente, e lo sottolineo correttamente, dovessero decidere diversamente ognuno prenderà le proprie decisioni. Io rimango dell’idea che sarebbe un grande errore quello di non fare le primarie. Barbagallo non ne sente l’esigenza perché quando noi le lanciammo col partito alla fondazione si trovava nel centrodestra e quindi non ha consapevolezza di ciò che è stato quel momento come apertura di partecipazione. Pur tuttavia le decisioni democratiche si rispettano in un partito, quindi se ci sarà una votazione formale la si deve accettare. Qualcuno mi ha più volte chiesto: ma state trattando? Io non devo trattare nulla, perché le primarie sono il DNA del Pd quindi non c’è nulla da trattare. Mi sembrerebbe strano che la Schelin che è diventata segretaria grazie alle primarie dica di doverle cancellare. Spero che la segretaria dimostri coerenza e quanto meno inviti Barbagallo a non creare questo strappo all’interno del partito“.
Sulla gestione Barbagallo, infine, dichiara: “Il segretario regionale avrebbe dovuto all’indomani delle elezioni europee rassegnare le dimissioni. È stata una débâcle, un risultato pessimo per il partito. La sua gestione è stata caratterizzata da errori e da risultati al di sotto di ogni aspettativa, sui quali la responsabilità è di tutti ma innanzitutto sua perché ha guidato il partito e formato le liste in quella maniera soprattuto quella europea“.
Oltre Burtone e ai tanti militanti e simpatizzanti del Pd, all’evento, presieduto da Nino Mirone presidente del “Centro studi Giuseppe Dossetti“, erano presenti l’eurodeputato Giuseppe Lupo, l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco, il componente della direzione nazionale Antonio Rubino e i deputati regionali Tiziano Spada, Ersilia Saverino e Fabio Venezia, dato come sfidante di Barbagallo alla segreteria regionale, che aggiunge: “Le primarie rappresentano un grandissimo momento di democrazia e partecipazione che non possono essere eliminate dallo statuto regionale per miseri tatticismi e meri istinti di autoconservazione“.