Nulla di fatto, tutto da rifare. Si è così conclusa, ieri, l’assemblea regionale del Pd che avrebbe dovuto approvare le regole congressuali per l’elezione del nuovo segretario regionale ed eleggere il presidente dell’assemblea, carica vacante dallo scorso settembre in seguito alle dimissioni di Antonio Ferrante.
L’aereo su cui viaggiava Igor Taruffi, responsabile organizzativo nazionale, che lo avrebbe dovuto portare a Palermo per presiedere l’assemblea, ieri sera non è arrivato all’aeroporto Falcone e Borsellino a causa del maltempo. Da Bologna è stato dirottato su Roma, col risultato di rendere impossibile l’apertura dei lavori.
Il segretario regionale Anthony Barbagallo comunica la notizia dopo circa un’ora di ritardo nell’avvio dei lavori: “In questo momento non riesco a rintracciare Taruffi. L’intesa raggiunta all’ultima assemblea prevedeva la sua presenza per il prosieguo dell’assemblea”. Da qui l’annuncio da parte del segretario del secondo rinvio, dopo quello di sabato scorso, a data da destinarsi.
Buon senso avrebbe voluto, considerato il maltempo e l’allerta rossa diramata dalla protezione civile, che l’assemblea fosse doverosamente posticipata per evitare qualsiasi tipo di inconveniente. Ciò non è avvenuto ma gli inconvenienti non sono mancati e il risultato è stato quello di una posticipazione forzata.
Il post, a riguardo, del deputato siracusano Tiziano Spada in cui racconta lo scambio telefonico avvenuto con il collega parlamentare Giovanni Burtone è emblematico: “È assurdo che non abbiano deciso di rinviarla – riferendosi Burtone all’assemblea – ma proprio per questo non possiamo mancare“, aggiungendo dopo i tentennamenti comprensibili di Spada, “che se sono stati così scellerati da non rinviarla, significa che dobbiamo andare a difendere la nostra posizione sulle primarie per l’elezione del segretario regionale. Se noi non siamo lì, chi altro si batterà per questo?“.
Una battaglia che continua imperterrita, con un’escalation giornaliera di adesioni: “Samo giunti a oltre 800 firme per chiedere che venga portato avanti lo strumento delle primarie“, dichiara Burtone, “tra i firmatari compaiono sindaci, amministratori locali, ma ci sono anche esponenti della società civile: dal professore universitario, all’artigiano, all’operaio. Vi sono però anche parlamentari edI ex parlamentari, dirigenti politici di ieri e di oggi, alcuni che avevano un ruolo quando venne fondato il Pd e che oggi sono sempre all’interno del partito ma non hanno un ruolo specifico negli organi di partito“.
“Proseguiremo online con una piattaforma, perché vogliamo estendere la raccolta al nostro elettorato e a tanta gente che oggi tifa per le primarie. Ci sono sindaci e dirigenti di partito che chiedono che il Pd si apra alla società ed elegga i propri vertici attraverso le primarie – spiega Antonio Rubino, componente della direzione nazionale del partito – in Sicilia è sempre stato così. Non si capisce perché questa volta non si debbano accogliere queste istanze che provengono dalla nostra gente, a fronte di un partito che alle Europee ha dimostrato di essere in grande sofferenza“.
