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Un bardo drummer gira il Bel Paese suonando in splendidi borghi e monumenti con la sua batteria.
L’obiettivo? Avvicinare i giovani alla musica e all’arte, mostrando e raccontando le meraviglie che ci distinguono dal resto del mondo.
Flaviano Pennisi, classe ‘89, è partito da Catania nel 2016 con il suo progetto Suonare Unniedderè. Con la 65esima tappa è ora giunto nella capitale.
Pennisi non è un semplice batterista, ma è uno dei musicisti più veloci d’Italia. Con il record di 857 colpi in un minuto, infatti, si è classificato secondo al concorso “Italian Fastest Drummer Competition”.
Suonare Unniedderè Project
“Quattro anni fa sono partito da un piccolo paesino per questo viaggio infinito con la mia batteria. Ho attraversato borghi, paesi e città con lo scopo di avvicinare tutti, soprattutto i più giovani, alla musica e nello specifico all’arte delle percussioni.
Per ogni tappa realizzo e posto poi sul web dei video in cui, oltre a suonare la batteria, “unniedderè” , ossia ovunque, faccio vedere le bellezze del nostro Paese e racconto storie, aneddoti e leggende del luogo in questione.
Il progetto ha avuto sempre più risonanza e i video hanno raggiunto migliaia di visualizzazioni tanto che l’ultima tappa, la 65esima, l’ha presentata addirittura Giancarlo Magalli“, racconta Pennisi.
L’aspetto sociale del progetto
“Oltre all’aspetto artistico e culturale, il mio progetto ha un lato sopratutto sociale. Spesso, infatti, porto la mia batteria in quartieri difficili dove domina la delinquenza cercando di lasciare qualcosa. Con questo progetto, cerco di avvicinare i giovani all’arte perché sono del parere che la musica possa salvare talvolta anche una vita e lo studio della musica fornisce quella disciplina che serve nella vita a non prendere vie sbagliate. Sono infatti fermamente convinto che lo studio della musica, e di uno strumento in particolare, ti possa salvare la vita, anche perché se vuoi arrivare a raggiungere certi risultati, bisogna studiare ore ed ore al giorno”, sottolinea il batterista.
Perché la batteria?
“La batteria è il mio strumento e mi permette di essere me stesso e di esprimermi. Ho iniziato a suonarla a sette anni proprio perché a casa mia c’era già una batteria, quella di mio padre. Lui mi ha influenzato e mi ha dato i primi insegnamenti. Questo strumento mi ha dato poi le più grandi soddisfazioni della mia vita e mi ha dato la possibilità di suonare con dei miti. Nelle location non suono solo il mio strumento ma anche quello che mi capita: dalla scatola della pizza a un palo della luce perchè per far musica non è necessario avere strumenti costosi”, spiega.
Quali sono i prossimi progetti?
“Suonare Unniedderè mi ha permesso di collaborare con grandi artisti come Cesareo degli Elio e le storie tese, Jeffrey Jey degli Eiffel65, Shaun Martin degli Snarky Puppy, Maurizio Solieri chitarrista di Vasco Rossi, Patrizia Di Malta del Gruppo Italiano ed altri.
Ora ho in programma dei grandi progetti con musicisti spettacolari. Spero anche di portare avanti Suonare Unniedderè, non solo in giro per l’Italia ma anche all’estero, appena finirà questo brutto periodo dominato dal Covid, portando in alto il nome della Sicilia”, dichiara e conclude Pennisi.