Il terzo anniversario del riconoscimento Unesco del percorso arabo – normanno, celebrato con una cerimonia a Palazzo Reale, è stato l’occasione per fare il punto della situazione attuale e per discutere dell’ampliamento del sito seriale.
Chi bussa alla porta Unesco?
Quando venne costruito il dossier di candidatura per l’iscrizione nella World Heritage List Unesco del sito seriale “Palermo arabo – normanna e la Cattedrali di Cefalù e Monreale”, in provincia di Palermo furono censiti 22 siti (escludendo i ruderi), di cui soltanto 9 con requisiti di idoneità necessari per essere dichiarati “patrimonio dell’umanità”: Palazzo Reale e Cappella Palatina; San Giovanni degli Eremiti; Santa Maria dell’ammiraglio; San Cataldo; la Cattedrale; Palazzo della Zisa; Ponte dell’Ammiraglio; Cattedrale e chiostro di Cefalù; Cattedrale e chiostro di Monreale.
Gli altri 13, pur possedendo caratteristiche arabo-normanne, non furono giudicati idonei, ognuno con motivazioni diverse legate all’integrità, autenticità, conservazione e fruizione.
Questi sono stati divisi nei due macrogruppi A e B: i primi hanno bisogno di interventi di restauro sia sul sito che sull’ambiente circostante, ma possono aspirare ad entrare nella World Heritage List, una volta resi disponibili e aperti al pubblico; i secondi hanno essenzialmente perso la loro autenticità, quindi sono da salvaguardare ma non possono essere inseriti nel sito seriale.
Tirando le somme sono cinque i monumenti che “bussano” alla porta dell’Unesco, in primis il Castello a Mare, che versa nelle condizioni migliori, anche perché ricade nell’area del Porto, interessata ad un importante intervento di recupero.
Castello a Mare è seguito dal Palazzo di Maredolce, splendido esempio di architettura arabo normanna, ma in condizioni precarie, anche se anche in questo caso si sta provvedendo al suo recupero, compresa l’area circostante.
E ancora, la chiesa di Santa Maria Maddalena, a pochi passi da Porta Nuova, ma sita all’interno della caserma del Comando Legione Carabinieri; stessa condizione per la Cuba, cuore dell’antico parco di caccia dei re normanni, il “Genoardo” che vive, ed è visitabile, all’interno di una caserma. Infine, la chiesa della Magione.
Tra i monumenti in maniera diversa legati alla Palermo arabo normanna, con caratteristiche e tracce valide ma che nel corso dei secoli hanno subito una perdita di originalità, che vanno comunque salvaguardati e tutelati, sono la Cuba Soprana (all’interno di Villa Napoli) e la Piccola Cuba; la cappella di S. Maria L’incoronata; San Giovanni dei Lebbrosi; la chiesa di Santo Spirito (chiesa dei Vespri); la quasi monacale chiesa di Santa Cristina La Vetere; il castello dell’Uscibene; il reticolo dei Qanat; i bagni di Cefalà Diana.
Durante l’incontro, infine, è stato annunciato che è stato già avviato il percorso per proporre anche l’inserimento dell’isola di Mozia tra il “patrimonio dell’umanità“.