Alla Conferenza “Il Memoriale di Portella della Ginestra. Necessità ‘civica’ di un restauro”, il 3 maggio scorso alla Sala Pier Santi Mattarella dell’ARS, “è stata scritta una pagina della storia della tutela del patrimonio culturale siciliano e dell’intera Nazione”.
A sottolineare l’importanza dell’evento è stata la stessa curatrice, la storica dell’arte Silvia Mazza, nel suo intervento introduttivo.
Il vincolo sul Memoriale di Portella della Ginestra, opera simbolo della lotta alla mafia, invocato in passato, solo adesso, finalmente, si concretizza grazie alla Soprintendente di Palermo Selima Giuliano, figlia di Boris, capo della Squadra Mobile di Palermo, ucciso da Cosa Nostra nel 1979, proprio l’anno di inizio dell’opera.
È stato l’assessore dei Beni culturali e Identità siciliana, Francesco Scarpinato (FdI) a presentare la dichiarazione d’interesse, che costituisce l’avvio del procedimento ai sensi dell’art. 10, comma3, lettera d del Codice dei beni culturali.
La tutela del Memoriale ha messo allo stesso tavolo istituzioni e società civile, ed i rappresentanti delle forze politiche della Regione. Dopo il saluto istituzionale della Vice Presidente ARS Luisa Lantieri, e degli assessori al Turismo, Elvira Amata (FdI) e alle Attività Produttive Edy Tamaio (FI), intervenuti dopo Scarpinato, non hanno fatto mancare il proprio saluto i capi gruppo ARS Antonio De Luca (5 Stelle), Giorgio Assenza (FdI), Stefano Pellegrino (FI), mentre per il Pd ha preso la parola il vice presidente del gruppo Mario Giambona.
“La Conferenza – dichiara Rosario Petta, Sindaco di Piana degli Albanesi, Comune proprietario dell’opera – s
egna nei fatti l’inizio di un percorso di attenzione e concretezza, avviato dalla nostra Amministrazione, in maniera condivisa con la Presidenza della Regione, la Presidenza dell’ARS, l’Assessorato Regionale: ai Beni Culturali, alle Attività Produttive ed al Turismo con il sostegno di tutte le forze politiche presenti in Assemblea Regionale”.
“Il Memoriale di Portella – prosegue il primo cittadino – è e deve essere un’opera commemorativa, civica, storica, artistica, luogo di raccoglimento, fulcro di sensazioni ed emozioni intime e condivise, simbolo di un’intera comunità, la nostra, figlia anche della prima strage di Stato dell’Italia Repubblicana. È e deve essere luogo di memoria, rispetto, silenzio, ossequio. Luogo nel quale non esistono divergenze o competizioni di alcuna sorta, ideologiche, politiche, di colore o di simboli”. E conclude: “sono onorato di avere potuto addivenire all’obiettivo prefissato, un obiettivo godibile per tutti e per tutta la comunità. Per questo devo ringraziare in primis il Maestro Ettore De Conciliis, autore dell’opera di Land Art, la storica dell’arte Silvia Mazza, l’Eparchia di Piana, le forze sindacali Cgil Camera del Lavoro, le associazioni Portella e Auser-Ndhma, Legambiente. Il nostro più sentito grazie va sempre ai nostri concittadini che rappresentano motivazione e ragione affinché ogni nostro obiettivo diventi realtà”.
“Dopo 43 anni in poco meno di due mesi da quel mio primo incontro il 7 marzo scorso con la Soprintendente Giuliano, finalmente si ha il riconoscimento al Memoriale dei requisiti necessari alla tutela”, ha detto Silvia Mazza. “
Si tratta – ha proseguito –
di un’importante assunzione di responsabilità nei confronti della posterità, verso la quale abbiamo l’impegno etico di traghettare il bagaglio valoriale racchiuso in quelle nude pietre. Se l’opera non è più chiaramente leggibile nei contenuti e nel messaggio che l’artista le ha voluto consegnare la si ferisce, come una nuova pioggia di proiettili, nel suo potenziale semantico”.
Primo degli interventi è stato quello di De Conciliis, che ha illustrato il progetto preliminare di restauro e di valorizzazione dell’opera (600mila euro circa, sei i mesi di lavoro) redatto dall’architetto Alessandro Di Blasi, con la sua direzione artistica e supervisione. Il Maestro si è soffermato sullo stato in cui versa il complesso plastico-architettonico, esposto dopo oltre quarant’anni agli agenti atmosferici e agli assestamenti del terreno.
Tra gli altri, Gianfranco Zanna, storico presidente di Legambiente fino a qualche mese fa, ha ricordato la forte azione di contrasto alla diversa soluzione che in passato avrebbe voluto far sorgere una chiesetta sul luogo dell’eccidio, che avrebbe interferito col carattere laico dell’evento storico e Mario Ridulfo, Segretario Generale CGIL, che ha lanciato la proposta di candidare il Memoriale quale Patrimonio dell’umanità Unesco. Presenti anche le Associazioni Portella della Ginestra ed Auser-Ndhma.
Numerosi gli interventi fuori programma, da quello del Vescovo dell’Eparchia, mons. Demetrio Gallaro alla testimonianza dei parenti delle vittime, i nipoti di Margherita Clesceri, di Giovanni Megna e di Giacomo Schirò, oratore a Portella. In sala era presente anche Serafino Petta, classe 1931, unico superstite ancora in vita della strage.
“La Commissione è pronta a sostenere la custodia del Memoriale antimafia“, è stato, invece, l’impegno assunto da Antonello Cracolici, Presidente della Commissione siciliana antimafia, e affinché sia riconosciuto, con un ulteriore passo, “bene simbolo dell’intera Nazione”.
Prossimo step, intanto, sarà l’intervento conservativo e di valorizzazione su cui c’è già l’impegno dell’Assessore.