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Lo scenario politico

I malumori in Forza Italia e dell’alfiere di Noi Moderati, il post piano triennale a Palermo

lunedì 22 Settembre 2025
Città Metropolitana di Palermo, Statuto

Tutto all’insegna dell’armonia. O meglio, quasi tutto. L’approvazione del piano triennale delle opere pubbliche a Palermo lascia dietro di sè due dati politici. Il primo è il dialogo costruttivo fra le forze di maggioranza ed opposizione. L’accordo d’aula ha retto, portando all’approvazione di quasi tutti gli emendamenti proposti dagli uffici e dalle forze in campo a Sala Martorana. Il “quasi” però, non è casuale. C’è chi, da questa maratona di Consiglio Comunale, esce con qualche malumore di troppo.

L’alfiere di Noi Moderati orfano della bretella

Una bretella. Una struttura utilizzata come ponte di collegamento fra due strade. Un’infrastruttura che invece, nell’ambito del piano triennale delle opere pubbliche, rischia di scatenare un altro piccolo solco nei rapporti fra Noi Moderati e il resto del centrodestra palermitano. C’è chi non è rimasto soddisfatto di come sono andate le cose in aula. Stiamo parlando del vicepresidente del Consiglio Comunale Giuseppe Mancuso. L’alfiere di Saverio Romano a Palermo si è visto costretto a convertire in ordine del giorno un emendamento relativo al progetto per creare una bretella di collegamento fra via Pestalozzi e viale Regione Siciliana, nei pressi di una struttura commerciale.

La proposta di modifica era figlia di una mozione votata dal Consiglio della IV Circoscrizione presieduto da Giuseppe Di Vincenti, vicino politicamente alla deputata regionale Marianna Caronia e parte integrante proprio di Noi Moderati. Ma il nobile obiettivo di portare avanti le richieste del territorio si è scontrato con la volontà del centrodestra di non smuovere le acque. Il primo emendamento è stato osteggiato infatti da due esponenti del centrosinistra. Prima Fabio Teresi del PD e poi Antonino Randazzo del M5S hanno rievocato l’accordo d’aula raggiunto durante la conferenza dei capigruppo di giovedì. Fatto riconosciuto dal capogruppo di FdI Giuseppe Milazzo e dal resto della maggioranza in aula. Da ciò è arrivata la proposta, suggerita dal presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo, di convertire l’emendamento in ordine del giorno.

Un rapporto tribolato in questo 2025

Fatto che non ha lasciato per nulla contento Giuseppe Mancuso, il quale al microfono ha sbottato: “Se ne poteva discutere alla capigruppo. Sono rimasto solo. Lo trasformerò in ordine del giorno, ma prendo atto del comportamento dei colleghi di maggioranza“. Parole di un certo peso, soprattutto se pronunciate dal vicepresidente del Consiglio Comunale. “Non si può comportare così“, ha sottolineato un noto esponente della maggioranza in aula, mentre Mancuso lasciava il podio dal quale si fanno gli interventi. L’atto, alla fine, è arrivato in porto con una larga condivisione d’aula. Ma l’episodio interno al centrodestra rischia di lasciare qualche strascico.

Non è la prima volta infatti che fra Noi Moderati e il resto della coalizione a sostegno del sindaco Roberto Lagalla ci sia stato qualche incomprensione. L’ultima risale a fine luglio, con le dichiarazioni di fuoco del parlamentare nazionale Saverio Romano rivolte al sindaco Roberto Lagalla. Fatto per il quale proprio Giuseppe Mancuso fu costretto, attraverso un intervento invocato dal resto del centrodestra, a ribadire la propria appartenenza alla maggioranza.

Il caso sull’asilo di Brancaccio fa infuriare l’ex capogruppo di Forza Italia

Fra gli scontenti di questo piano triennale delle opere pubbliche figura anche l’ex capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo. Se l’esponente azzurro può certamente ritenersi soddisfatto dell’inizio dei lavori di bonifica allo svincolo di Roccella della A19 (progetto che lo stesso Inzerillo guarda da vicino ormai dal 2020), il consigliere comunale non può dire altrettanto rispetto ad un altra opera tenuta molto a cuore, ovvero quella relativa alla costruzione di un nuovo asilo a Brancaccio da intitolare alla memoria di padre Pino Puglisi. Il progetto, seguito politicamente fin dall’inizio dallo stesso Inzerillo e curato burocraticamente dal presidente del centro Padre Nostro Maurizio Artale, è pienamente all’interno del piano triennale delle opere pubbliche.

Tuttavia, a causa delle lungaggini che hanno contraddistinto l’iter amministrativo, con ogni probabilità sarà necessario trovare ulteriori risorse per garantire il completamento del progetto. Ciò in quanto l’attuale fonte di finanziamento, ovvero i cosiddetti fondi POC, fissano al 31 dicembre 2026 il termine ultimo per concludere tutto l’iter burocratico. Una data difficilmente rispettabile per gli uffici e per la ditta che dovrà eseguire i lavori. E proprio Inzerillo non le ha mandate a dire in aula sia al presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo che all’assessore all’Edilizia Scolastica Aristide Tamajo.

All’ex Provincia si attende la nomina del capogruppo

Quelli che una volta era un grandi amici,  si sono ritrovati in aula sui due lati opposti della barricata. L’ex Tamajo boy contro il Tamajo father. Ma come in tutte le grandi famiglie, si proverà a ricucire l’ennesimo strappo in Forza Italia. Un partito che alla Città Metropolitana non ha ufficializzato il proprio capogruppo. Un elemento sottolineato proprio dallo stesso Inzerillo nell’ultima seduta del Consiglio tenuta a Palazzo Comitini.

Grane che il sindaco Roberto Lagalla dovrà provare ad appianare. Chiuso il capitolo piano triennale delle opere pubbliche, ci sono altri importanti atti all’orizzonte politico del Consiglio Comunale. Una lista su cui spiccano il Dup, il bilancio consolidato e l’avanzo vincolato 2025. Quest’ultima sarà il vero banco di prova per capire se quello di giovedì è stato un altro semplice incidente di percorso o se nel centrodestra c’è in corso una riflessione più ampia. D’altro canto, l’appuntamento elettorale del 2027 dista ormai poco più di un anno e mezzo.

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