Sono 13 gli ospedali di comunità da realizzare in Sicilia che escono dal finanziamento previsto dal PNRR, lo strumento attraverso il quale avrebbero dovuto beneficiare gli importanti finanziamenti.
La decisione assunta dal governo nazionale nell’ambito della riorganizzazione del piano, per evitare l’ennesima opera incompiuta, non è una buona notizia per la Sicilia. Il rischio messo nero su bianco da Roma è quello di non riuscire a fare in tempo per realizzarli entro il 2026.
A fissare questa scadenza sono, in realtà, i target stabiliti da Bruxelles. Da un lato, dunque, si profila il primo rischio che riguarda la perdita di risorse, se consideriamo che la Missione 6 del Piano di ripresa e resilienza destina soltanto alla Sicilia 900 milioni di euro per la sanità, tra nuove strutture, ammodernamento di quelle vecchie e digitalizzazione, dall’altro si aggiunge la beffa di dover rinunciare anche ai presidi sanitari importanti che vanno a depotenziare la medicina di territorio, quella più vicina ai cittadini per intenderci.
Di tutto ciò, al momento, si parla poco e niente, e la Regione ha perso la parola.
Come si recupererà il gap? Con quali fondi verranno messi in funzione? Probabilmente, le strutture da edificare ex novo saranno finanziate con i fondi ordinari non spesi dell’edilizia sanitaria. Sarebbe l’unica fonte di risorse.
La mancata realizzazione determina anche la potenziale perdita di risorse umane: tra medici, infermieri, OSS e personale amministrativo. Tutto, sarà, comunque, a carico della sanità regionale. E in Sicilia parliamo, complessivamente, di 4204 unità, non sapendo come verranno assunte, quando e se verranno assunte, perché il Pnrr non dà soldi per assumere.