Un dirigente medico è stato aggredito, con un pugno al volto e poi colpito con calci quando è caduto a terra, nel reparto di Pediatria del Policlinico universitario di Catania.
Picchiato anche un altro medico che era intervenuto in sua difesa. Il bambino è stato accompagnato da un medico, risultato non iscritto all’ordine, per ottenere un accesso al reparto più celere. Quando il dirigente medico si è accorto che il presunto “collega” aveva fornito false generalità si è rivolto a lui, al genitore del piccolo e a una terza persona per avere spiegazioni. E’ stato a quel punto che è stato aggredito da uno dei tre con un pugno che gli ha provocato la frattura del setto nasale e altre diverse ferite.
Gli aggressori sarebbero poi fuggiti a bordo di alcuni ciclomotori, guidati da cinque-sei persone che erano rimasti in attesa fuori dalla struttura. Il dirigente medico è stato curato nel pronto soccorso dello stesso ospedale e i suoi colleghi lo hanno giudicato guaribile in 20 giorni.
“Il nuovo anno si apre con l’aggressione ai danni di due medici della Pediatria del Policlinico”. Lo afferma la Cisl, Cisl Medici e Cisl Fp di Catania. I sindacati “deprecano l’ennesimo vile atto di violenza contro gli operatori della sanità catanese, portano loro la solidarietà” e “ritengono necessario che la Prefettura riconvochi il tavolo di confronto avviato lo scorso mese di ottobre, perché siano verificate quante e quali delle azioni promesse i direttori generali delle aziende ospedaliere hanno messo in atto”. I sindacati auspicano che “anche in quest’ultimo episodio, il direttore generale del Policlinico-San Marco si costituisca parte civile nei confronti di chi ha aggredito i due medici”.
“Abbiamo chiesto che vengano modificati i documenti di valutazione del rischio così da adeguarli rispetto alle direttive ministeriali e regionali, accompagnati anche da una diversa distribuzione della rete della medicina del territorio. È necessario – concludono i sindacati – che al pronto soccorso non arrivino troppi interventi, che arrivano a costituire anche il 60 per cento del complessivo, che possono essere differibili e affrontati in altre strutture territoriali, come quelle previste nel Pnrr, che però devono essere adeguate in termini di personale”.