Le grandi manovre in vista delle prossime elezioni regionali segnano una nuova tappa. Due sere fa nella palermitana Villa Alliata Cardillo è andata in scena la prova di forza di Rosario Crocetta e Beppe Lumia. Alla serata di finanziamento del nuovo movimento #Ripartesicilia, da poco battezzato dal governatore siciliano, infatti, erano in tanti: in platea nomi noti della politica siciliana, imprenditori e manager pubblici. Tutti ad ascoltare e ad applaudire il presidente della Regione, ormai lanciato verso la ricandidatura a Palazzo d’Orleans.
E chi c’era non ha potuto non notare i numeri: trecento, forse quattrocento persone hanno affollato i saloni e il prato della villa. In pratica, il triplo rispetto al centinaio di invitati messi insieme qualche settimana fa dal sottosegretario Davide Faraone che aveva tenuto a battesimo il suo “pensatoio dei cambiamenti” alla presenza di “cento saperi”… O giù di lì.
Il dato, comunque, è la distanza fra Crocetta e il Pd “ufficiale”, che sembra oramai diventata un solco, anche se in politica, si sa, si è abituati a improvvisi quanto inattesi riavvicinamenti. E infatti, del Pd erano in tanti alla kermesse di Villa Alliata, a riprova che il nemico numero uno di Crocetta non è tanto il suo partito, ma proprio Faraone, che nell’intervento del governatore è stato accusato senza mezzi termini di una politica che starebbe “rompendo il Pd e il centrosinistra e consegnando la Sicilia ai grillini”. Insomma, la guerra aperta fra i due non è certo un mistero, al punto che Crocetta lo ha praticamente invitato indirettamente (ma non troppo) a ritirare i suoi assessori, qualora non gli piaccia più il governo regionale.
Nonostante i toni, non è comunque passata inosservata la presenza alla serata di diversi renziani: fra tutti, la parlamentare Alice Anselmo (eletta, però, nel 2012 nelle liste del Megafono, praticamente un ritorno a casa). E c’era anche la consigliera comunale palermitana Stefania Munafò, un tempo di Forza Italia, ma poi confluita pure lei nel Pd di Matteo Renzi. Molta politica in sala, si diceva: e infatti, ecco gli assessori Baldo Gucciardi e Mariella Lo Bello, il vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo e ancora Michele Cimino di Sicilia Futura, il parlamentare nazionale Pd Giuseppe Lauricella, l’ex eurodeputata Sonia Alfano, l’esponente Pd Giovanni Bruno e Daniela Virgilio, fuoriuscita dal Psi e candidata a sindaco di Erice. E c’erano anche l’ex pm Antonio Ingroia e il direttore generale di Sicilia e-servizi Dario Colombo.
Un capitolo a parte, quello dei manager della sanità pubblica presenti all’evento, in pratica quasi una squadra di calcio: fra loro, il commissario del Policlinico di Palermo, Fabrizio De Nicola, il manager dell’Ospedale Civico, Giovanni Migliore, il dirigente generale dell’ospedale di Agrigento Salvatore Ficarra, il direttore dell’Asp Antonio Candela, l’ex manager dell’Asp di Enna e di Agrigento Giuseppe Termine e l’attuale dell’azienda sanitaria Villa Sofia-Cervello, Gervasio Venuti e il presidente del consiglio di gestione del 118, Gaetano Montalbano.
E c’erano i dirigenti regionali Sergio Gelardi, Dario Cartabellotta, Vincenzo Falgares, Fulvio Bellomo, Ignazio Tozzo, Cartabellotta, Alessandro Ferrara, Salvo Palizzolo, Maurizio Pirillo e Mario Candore, ma anche l’avvocato Antonio Tito, presidente di Siciliacque; il presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci; il commissario Irsap Maria Grazia Brandara; il commissario dell’Esa Francesco Calanna; il presidente di Confindustria Palermo Alessandro Albanese; il presidente dell’Ast Massimo Finocchiaro e quello della Cna di Palermo, Giovanni Casamento; c’erano anche il gelese Sergio Tufano, amministratore unico della Sas, Nino Romani, amministratore di “Kalat impianti”, Giuseppe Valenti del Centro Genesi (vicino all’area ferrandelli); l’imprenditore Totò Mangano (porto di Capo d’Orlando). E non mancava il fedelissimo Sami Ben Abdelaali.
Insomma, un’infornata di nomi noti, la cui presenza per Crocetta è sicuramente servita per contare gli amici vecchi e nuovi: in pratica, chi potrà avere al suo fianco in questa lunga partita già iniziata per non perdere a ottobre la presidenza della Regione, nonostante i venti di bufera del centrosinistra e del Pd.