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“Ponte sì, Ponte no”

venerdì 1 Settembre 2017
ponte-sullo-stretto

La nota di “CapitaleMessina”:

«Sciolti ormai i dubbi e gli enigmi su candidati ed alleanze, in Sicilia siamo ormai in piena campagna elettorale. È quindi è arrivato il momento dei programmi, del dibattito sulle idee per governare la Regione ed in questo dibattito non può non avere uno spazio prioritario l’argomento “Ponte” (VOTA IL SONDAGGIO DE ilSicilia.it), nella speranza che si riesca a sdoganare il tema dal campo del pregiudizio e della contrapposizione ideologica.

Noi, con un approccio laico, riteniamo che il Ponte oggi, anche chi in passato lo ha avversato per ragioni sociali, economiche, tecniche e ambientali, lo debba considerare come l’ultima speranza per lo sviluppo del nostro territorio, soprattutto se il tema viene inquadrato nella giusta prospettiva: il “progetto ponte” come snodo indispensabile per configurare la Sicilia quale piattaforma logistica principale del Mediterraneo, grazie alla realizzazione del sistema di trasporto ferroviario veloce, il famoso corridoio “Berlino-Palermo”.

Un collegamento ferroviario efficiente tra il porto di Augusta e Berlino, ad esempio, consentirebbe di veicolare le merci provenienti da Oriente attraverso il canale di Suez, più rapidamente rispetto ai sette giorni, necessari oggi, per raggiungere il cuore del Continente, sbarcando nei porti del nord.

La vera posta in gioco è basata sulla possibilità del nostro sistema logistico di competere con i sistemi logistici nordeuropei, come il porto di Rotterdam, che grazie ai 13 milioni di Teus movimentati dà lavoro a circa 90.000 persone e incassa circa 23 miliardi di Euro.

Ponte sullo Stretto di Messina, i numeri dell’opera (Corriere della Sera, 3 ottobre 2016)

Per intenderci, anche intercettare meno della metà di questo flusso, rappresenterebbe, per noi un introito IVA per più di 2 miliardi l’anno che ci consentirebbe di pagare il Ponte e le opere accessorie in poco più di tre anni.

E’ evidente che questo è solo un aspetto meramente economico, mirato a considerare la sostenibilità economica dell’opera solo se inserita in un complesso sistema di sviluppo sinergico che deve considerare le piattaforme d’interscambio modale e gli stessi sistemi di movimentazione interna, ma il sistema di interscambio migliorerebbe l’attrazione turistica e l’appetibilità imprenditoriale della Sicilia. Questo sistema reticolare, consentirebbe, infine, di restituire centralità culturale e commerciale al versante meridionale del mar Mediterraneo, oggi relegato a luogo di drammi e tragedie umanitarie.

In tutto questo, una parte della città di Messina, a nostro parere minoritaria, con in testa il sindaco Accorinti, rimane ancorata ad una posizione retrograda di opposizione al progetto. L’opera certamente potrebbe rappresentare un “fastidio” per i messinesi e per l’ambiente, nel corso della sua realizzazione, ma sarebbe anche l’occasione per trovare le risorse per dare ordine e decoro a tutto il tessuto urbano che oggi appare degradato da una gestione politica lassista e priva di alcuno spunto programmatico. Inoltre, grazie all’impiego di manodopera locale, oltreché all’indotto tecnico e scientifico, si beneficerebbe di un decennio aureo che potrebbe consentire la rinascita sociale ed economica di tutta l’area dello Stretto».

Capitale Messina

 

 

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