Puntuale come un orologio svizzero il Ponte torna tema da campagna elettorale. Il primo è stato Salvini che lo ha inserito tra le priorità della coalizione di centrodestra. Ieri sull’opera è intervenuta Matilde Siracusano, che negli anni scorsi si è battuta per il sì ed ha presentato un ordine del giorno per fermare l’ennesimo studio di fattibilità.
A tuonare è stato anche il parlamentare della Lega Nino Germanà: «Il Ponte sullo Stretto nel programma della Lega per fare crescere tutto il Mezzogiorno. Il Pd continua a buttare soldi con un chiaro intento, quello di non realizzarlo. Ma lo farà il Centrodestra e da messinese sono felice»
Il deputato messinese ribadisce l’importanza di un’opera che negli ultimi anni è finita nel pozzo nero dell’ambiguità, dei tentennamenti per non decidere.
«Dopo il signor No, ci vuole un SI convinto per le opere del Paese, a cominciare dal Ponte sullo Stretto e bene ha fatto Matteo Salvini ad inserire la megastruttura tra le priorità della Lega in vista delle elezioni 2022- prosegue Germanà- Perché il Ponte sullo Stretto non è un’opera di Messina, della Sicilia o della Calabria, è un’opera nazionale, del Paese e dell’Europa. Basta con le ambiguità, il Ponte va realizzato perché farebbe crescere tutto il Mezzogiorno e perché anche l’Europa lo chiede»
«I 50 milioni di euro stanziati per lo studio di fattibilità affidato a Rete ferroviaria Italiana rappresentano una vergogna – ha attaccato il deputato messinese -. Dopo gli studi fatti negli anni ed i soldi spesi per un progetto definitivo, l’unico che può essere utilizzato ovvero quella del Ponte a campata unica, quei soldi sono una spesa incomprensibile. Anzi, forse sì: testimoniano come Giovannini e il Pd non hanno mai voluto il Ponte».