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Portella Della Ginestra. L’ex commissario Mancuso: “Fu la prima strage di Stato”

sabato 2 Maggio 2020

E’ stato un 1° maggio senza manifestazioni e senza concerto a piazza San Giovanni a Roma, per effetto delle misure sul coronavirus. Anche nel resto d’Europa misure simili per ottemperare alle regole del distanziamento sociale. Ma la preoccupazione è ora per le centinaia di milioni di posti di lavoro che si perderanno nel Vecchio Continente. Per i siciliani la festa assume un significato particolare in quanto è legata al ricordo della strage di Portella della Ginestra, nel corso della quale vennero uccise sul posto undici persone, otto adulti e tre bambini, e altre tre, ferite, morirono subito dopo. I feriti furono 27. Per i siciliani la festa assume un significato particolare in quanto è legata al ricordo della strage di Portella della Ginestra, nel corso della quale vennero uccise sul posto undici persone, otto adulti e tre bambini, e altre tre, ferite, morirono subito dopo. I feriti furono 27.  Di seguito una nota dell’ex commissario della Polizia di Stato Carmine Mancuso che ne ricorda l’avvenimento.

 

Strage di Portella Della Ginestra. L’ex commissario Mancuso: “Fu la prima strage di Stato”

Il primo maggio 1947 a Portella della Ginestra si perpetrò la prima strage di Stato, con 11 morti e 27 ferite, tenendo conto che nei giorni successi ne perirono altri e lievitò il numero dei feriti.

Quella orribile strage, attribuita alla banda di Salvatore Giuliano, firmò l’atto di nascita della Repubblica Italiana, che fu subito macchiato da una montagna di falsità e menzogne. Il periodo che va dal 10 luglio 1943 al 18 aprile 1948, è il momento chiave della storia italiana contemporanea. Due date sono emblematiche, lo sbarco degli alleati in Sicilia e a seguire, la nascita della Regione siciliana con le elezioni vinte dal blocco popolare costituito Dalla alleanza tra comunisti e socialisti. Fu allora che l’Italia, ancora in guerra, si rese disponibile per tutte le avventure: ivi compresa la rivoluzione.

La Sicilia, centro strategico del Mediterraneo, fu il microcosmo nel quale il conflitto di potenze, anche straniere e lotte di classe, esplosero con violenza. Si palesarono immediatamente gli intrighi degli americani, che incoraggiarono il separatismo in clima di guerra fredda, per conservare una base nel Mediterraneo che non fosse eccessivamente popolare servendosi della mafia e dei banditi, trasformati in guerriglieri, come Salvatore Giuliano, utilizzato allo scopo di stroncare sul nascere la coscienza politica delle classi subalterne siciliane. In questo torbido periodo, il processo di americanizzazione della mafia siciliana, utilizzo metodi ed obiettivi, che andavano dal traffico internazionale di droga, alle varie trasformazioni dei racket mediante un sottile intreccio tra mafia, politica e massoneria.

Terminate le elezioni siciliane, vinte dal blocco del popolo e approssimandosi il 18 1948, onde favorire nelle elezioni generali la conquista del potere da parte della Democrazia Cristiana, la banda Giuliano, fu mandata a compiere la strage di Portella della Ginestra onde colpire duramente i contadini, che solevano riunirsi nel pianoro, onde festeggiare la festa del 1 maggio.

Ma fu realmente soltanto Giuliano e i suoi a far fuoco oppure dietro di lui, come si evinto da centinaia di documenti desecretati, in questi anni provenienti dagli archivi americani, inglesi ed Italiani vi fu una ragion di Stato torbida e ripugnante ordita da forze interne ed esterne reazionarie che utilizzando Giuliano come fantoccio, bagnarono del sangue dei contadini Portella delle Ginestra.

Successivamente, Giuliano, dopo essere stato protetto per sette anni e utilmente utilizzato, portandosi dietro una lunga scia di sangue di tutori dell’ordine e di efferati atti criminali, fu trovato morto a Castelvetrano il 5 luglio 1950. La notizia della sua uccisione fece il giro del mondo in poche ore e che fosse stato ucciso in conflitto a fuoco con i carabinieri fu smentito clamorosamente dal giornalista Tommaso Besozzi. Chi fu realmente Giuliano, definito il re di Montelepre, un Robin Hood, o un terrorista nero al soldo di mafia e servizi italiani ed esteri nel periodo in cui si profila la nascita di Gladio?

Qualche tempo dopo, i nomi dei veri mandanti della strage e dei suoi danti causa, eminenti politici furono svelati dal suo luogo tenente Gaspare Pisciotta, la cui bocca fu tappata con un caffè al cianuro mentre era detenuto nel carcere Borbonico dell’Ucciardone.

Pisciotta, non fu il sole ad essere avvelenato nel carcere palermitano ed altri veleni furono somministrati a quei banditi che conoscevano la verità, per cui sulle efferate imprese dei mandanti occulti, fu opposta una pietra tombale. La tragedia di quegli anni e degli a venire hanno sempre garantito governi invisibili, illegali ed impuniti. Dal caso Sindona, piduismo, a tangentopoli e delle stragi a partire dagli anni Settanta in poi. Il tutto sotto l’ombrello Atlantico.

L’attuale commissione antimafia, presieduta dal deputato Morra, a prescindere da alcuni documenti, come già detto, desecretati, vorrà veramente andare a scavare per trovare quelli realmente utili, per dare un volto ed un nome ai veri responsabili di tante tragedie a cui Pisciotta fece riferimento e che si sono mimetizzati nella notte della Repubblica. Ciò è un doveroso tributo alle tante vittime in occasione di questo emblematico primo maggio, splendida festa del lavoro onde non smarrire la memoria di quanto è avvenuto.

Viva il primo maggio.

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