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Amarezza e delusione. E’ questo lo stato d’animo dei circa 5.000 lavoratori precari Asu siciliani, che stamani si sono riuniti in sit-in davanti il Dipartimento lavoro della Regione, in via Praga a Palermo, per avere rassicurazioni e sul fronte dei pagamenti e su quello delle stabilizzazioni. Si è chiuso, infatti, con un nulla di fatto l’incontro che nelle stesse ore si è tenuto tra i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e i vertici dell’amministrazione. Quest’ultimi, riferiscono i sindacati, si sono limitati a raccogliere le lamentele dei lavoratori senza fornire soluzioni concrete.
I lavoratori continuano a percepire le indennità con settimane di ritardo a causa della difficoltà che hanno gli uffici della Regione, da poco subentrati all’Inps, nella gestione dei pagamenti. Mentre nessun passo in avanti è stato fatto dall’Assemblea regionale siciliana in merito alla trattazione dei disegni di legge sulla loro assunzione a tempo indeterminato.
“Entro il 31 gennaio prossimo ci è stato garantito il pagamento di tutte le mensilità arretrate, del 2018 e del mese corrente. Ci pare tuttavia una data difficile da rispettare”, spiegano Vito Sardo e Mario Mingrino dell’Ale Ugl Sicilia. “La Regione non è ancora dotata di un sistema di per gestire un numero così elevato di pagamenti. Questi vengono fatti ancora in modo tradizionale, ovvero manualmente. Il modo migliore per risolvere il problema è la stabilizzazione che deve essere portata avanti dal Parlamento. I nostri parlamentari compreso il governo Musumeci devono mettersi di buona lena e iniziare a lavorarci. Ribadisco che la nostra stabilizzazione è ad invarianza di saldo, quindi non ci sono motivi di carattere economico per non stabilizzarci”. A questo proposito il 29 gennaio prossimo Sardo e Mingrino incontreranno a Roma il sottosegretario al lavoro Durigon per investire della questione anche il governo nazionale.
“Dopo vent’anni di servizio chiedono la stabilizzazione. Sono i lavoratori Asu, 5.300 in tutta la Sicilia. Con con contratto part time percepiscono un sussidio di 570 euro, 200 euro in meno rispetto al reddito di cittadinanza proposto dal governo nazionale. Una beffa per questi lavoratori che ogni giorno svolgono servizi essenziali. A peggiorare la situazione anche ritardi nel pagamento degli stipendi. Manca, infatti, la piattaforma informatica necessaria per snellire l’iter e promessa tempo fa”.
Lo afferma Danilo Borrelli, segretario generale della UilTemp Sicilia. “Ci ha colpito – ha aggiunto – l’assenza della politica. Questi precari sono stanchi di essere presi in giro. Pertanto in assenza di risposte siamo pronti a qualunque forma di protesta”.