Nelle settimane scorse mentre dirigenti del PD siciliano si sbracciavano per spingere i propri iscritti e simpatizzanti a partecipare alle primarie e sostenere con il voto Caterina Chinnici, la candidata del partito, a Roma si consumava l’esperienza del governo Draghi. Un governo fortemente sostenuto dal PD ma fortemente subito dal movimento 5 Stelle che ha cercato in tutti i modi di liberarsene per le continue fibrillazioni interne che provocava al punto di subire una grave scissione ad iniziativa di uno dei capi più influenti e fondatore del movimento, Luigi Di Maio.
La Destra di Salvini alla fine si è convinta che quella era l’occasione per rafforzare la sua presenza e influenza nel governo, con l’uscita dei 5 Stelle o, come poi è avvenuto per il rifiuto di Draghi di venire meno alla natura istituzionale e di unità nazionale del suo governo, di rinsaldare l’unità con Fratelli d’Italia di Meloni convincendo in pochi minuti “l’europeista e anti sovranista”, Berlusconi a mollare Draghi in cambio di una futura presidenza del Senato dopo le elezioni.
La crisi non ha prodotto solo le dimissioni del governo e il ritorno alle urne ma ha provocato, a detta del segretario del PD Enrico Letta, una frattura con i 5 Stelle irreversibile.
Nessuna alleanza, infatti, si ritiene possibile con chi ha provocato la caduta del governo Draghi in un momento drammatico della situazione internazionale con la guerra in Ucraina e la grave crisi economica e sociale che l’Italia sta attraversando.
A questo punto da alcune parti, suggerite dal buon senso, si sono levate voci in Sicilia che consigliavano di sospendere le Primarie e verificare se vi erano ancora le condizioni di una alleanza tra PD e 5 Stelle anche in relazione agli sviluppi della vicenda nazionale.
Inspiegabilmente si è deciso di andare avanti senza neanche invocare come giustificazione ciò che in tante circostanze si utilizza, anche strumentalmente, per giustificare una scelta politica, la specificità, la peculiarità siciliana. Mentre a livello nazionale Enrico Letta sembra ormai deciso ad andare avanti ritendo impossibile un’alleanza con i grillini e si cercano nuove strade, tuttavia ancora da esplorare e individuare, in Sicilia il PD sembra essere rimasto prigioniero di uno schema che è già miseramente fallito.
A questo si aggiunge la minaccia di Conte che ha già avvisato il PD che in Sicilia il movimento potrebbe non riconoscere l’esito delle primarie e proporre una candidatura del movimento in alternativa a Caterina Chinnici.
In ogni caso, di fronte a questa situazione, a questa rottura tra i due partiti appare improbabile che i grillini voteranno alle regionali la candidata del PD, in una campagna elettorale nazionale in cui i due partiti se le daranno di santa ragione. E perché mai il PD siciliano perde ancora tempo prezioso a non seguire la politica nazionale del partito?
E cosi va avanti l’antipolitica e l’astensionismo mentre la Destra ringrazia!