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Processo Ciancimino, il teste non si presenta: “Faccio il nonno, sono libero solo la domenica”

sabato 19 Novembre 2016

I giudici di Caltanissetta lo hanno atteso invano la mattina del 16 novembre. Ma Donnino Rosso Di Vita, testimone nel processo per calunnia aggravata contro Massimo Ciancimino, non si è presentato. Perché è impegnato a fare il “nonno”. Un impegno a tempo pieno da cui discenderebbe un legittimo impedimento di natura familiare. Così Di Vita ha cercato di schivare la sua presenza in aula. E per comunicare la sua assenza al processo ha fatto sapere di accudire il nipote a tempo pieno. Ed ha aggiunto, a mo’ di provocazione, di poter venire in aula “solo la domenica, quando le scuole sono chiuse”.  Non l’ha presa per nulla bene il pm Stefano Luciani. Che ha  replicato a muso duro: “Non ritengo sia una giustificazione.. Non ha capito che si trova (il teste, ndr) dinanzi a un Tribunale e non ad una festa di un compagniuccio del nipote”. E per queste ragioni ha chiesto l’accompagnamento coattivo del teste. Tesi condivisa dal Giudice che ha stabilito l’assenza ingiustificata del teste perché “la giustificazione addotta dal medesimo, ovvero quella di attendere alle mansioni di accudimento dei nipoti non può costituire impedimento valido”. E così, nipote o non nipote, Donnino Rosso Di Vita, si dovrà presentare in aula all’udienza del prossimo 21 dicembre. I Carabinieri sono già allertati per un accompagnamento coattivo. Ma chi è il personaggio autore di questo surreale “legittimo impedimento”. La storia è di quelle delicate. Donnino sarebbe l’intestatario di una delle sim card utilizzate da Massimo Ciancimino. Quelle schede telefoniche proverebbero i contatti con il “Signor Franco”, il misterioso uomo dei Servizi Segreti legato a Vito Ciancimino. Insomma, siamo nel cuore della Trattativa. Come esce fuori il nome di Donnino? Ce lo ricorda un articolo di Fabrizio Colarieti: “Interrogato il 12 dicembre del 2008 dai pm palermitani, Antonio Ingroia e Antonino Di Matteo «Possiamo trovare traccia di contatti telefonici tra lei e il signor Franco diretti?», chiedono i due pm a Ciancimino, che un attimo dopo risponde: «Sì, se potevo avere le carte sim. In quell’occasione mi furono sequestrate 3 sim ora dovrebbe esserci pure questa sim di cui vi avevo già parlato, dell’utenza telefonica 335/****** intestata a Donnino Rosso Di Vita, mio amico».  Ma ora Donnino fa il nonno a tempo pieno, chissà cosa ricorderà di quelle sim.

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