Tutti le volevano. Almeno a parole. Ma ad oggi al loro interno regna lo stallo più totale. Le ex Province siciliane devono ancora entrare a regime. Complice un gap burocratico da colmare, negli organi di raccordo regionali non si è mossa praticamente foglia. Pochi scossoni, anzi quasi nessuno. Esempio lapalissiano di ciò è lo stallo che sta regnando alla Città Metropolitana di Palermo. Dal 6 maggio, giorno dell’insediamento del Consiglio Metropolitano, quest’ultimo si è riunito soltanto tre volte. L’ultima seduta è stata presieduta dal consigliere più anziano, ovvero Pasquale Terrani. Un consesso nel quale l’organo politico ha votato solo debiti fuori bilancio e la ratifica di una variazione contabile. Insomma, poca roba. Praticamente in quasi due mesi di attività.
Province, a Palermo regna lo stallo
Ma da cosa dipende questa impasse istituzionale? Volendo fare una ricostruzione alla Lucarelli, siamo partiti dalla fine e ci dirigiamo piano piano verso il principio. Giova infatti ricordare che quelle di quest’anno in Sicilia sono state le prime elezioni di secondo livello dell’applicazione della legge Delrio. Prima di ciò, Liberi Consorzi e Città Metropolitane hanno vissuto in una sorta di limbo. Una volta eletti per la prima volta gli ex Consigli Provinciali, come in ogni nuova assise si è posta l’esigenza di scrivere le regole del gioco. Ovvero di andare a redigere gli Statuti e i relativi Regolamenti d’aula. Documenti che, ad oggi, non ci sono. Non fa eccezione il Consiglio Metropolitano di Palermo, dove non risultano nemmeno costituiti i gruppi consiliari.
“Nell’ultimo Consiglio Metropolitano è emersa, in maniera chiara, una diffusa preoccupazione da parte di molti colleghi consiglieri riguardo a una percepita fase di stallo dell’istituzione, a due mesi dall’insediamento del nuovo organo consiliare – racconta il consigliere metropolitano di Forza Italia Gianluca Inzerillo -. Una percezione che, a mio avviso, ha delle basi concrete: fino ad oggi il Consiglio si è limitato ad approvare debiti fuori bilancio, senza ancora aver intrapreso un percorso politico e amministrativo più strutturato e incisivo. Tuttavia, credo sia giusto e doveroso riconoscere che la responsabilità di questa situazione non può essere attribuita esclusivamente al sindaco metropolitano o all’apparato burocratico. È una responsabilità che va condivisa anche con le forze politiche che compongono il Consiglio, le quali — a oggi — non hanno ancora fornito indicazioni per la costituzione dei gruppi consiliari né per la designazione dei capigruppo. Una lacuna che, a quanto mi risulta, accomuna tutte le forze rappresentate in aula“.
Mancano Statuto, Regolamento, consiglieri delegati e il vicepresidente metropolitano
Secondo l’esponente di Forza Italia quindi, ci sarebbe stata una certa inizia politica sull’operatività ordinaria del Consiglio Metropolitano. Tuttavia, la mancanza di un Regolamento ma soprattutto dello Statuto costituisce un grosso problema da risolvere. “La mia non vuole essere una critica sterile né tantomeno una polemica – aggiunge Inzerillo -. Al contrario, il mio auspicio è che da questa riflessione possa scaturire un’accelerazione, una spinta comune affinché si possano finalmente avviare quelle attività propedeutiche al pieno funzionamento dell’organo consiliare. Mi riferisco in particolare all’adozione dello Statuto e del Regolamento, alla costituzione dei gruppi consiliari e alla conseguente definizione dei ruoli e delle responsabilità. Solo così potremo esercitare al meglio il nostro mandato e dare un segnale concreto di efficienza e impegno nei confronti dei cittadini della Città Metropolitana di Palermo“.
A livello regionale si sarebbe costituito un tavolo tecnico per cercare di redigere testi quanto più uniformi all’interno dell’Isola. Ma l’apparato burocratico, soprattutto sul fronte delle segreterie generali, si sta prendendo il tempo necessario. Fatto che lascia il sindaco metropolitano Roberto Lagalla e i suoi colleghi in tutta l’Isola nell’impossibilità di nominare i propri consiglieri delegati, ovvero una sorta di assessori provinciali con relativi compiti a corredo. Ben diverso è invece il discorso sulla carica di vicepresidente metropolitano. Una casella su cui spetta al primo cittadino decidere ma sulla quale non si è mossa foglia. Secondo fonti di Radio Palazzo, la poltrona dovrebbe essere a pannaggio del gruppo di Forza Italia. Il gruppo più numeroso a Sala Martorana. Ma un profilo nominato ufficialmente ancora non c’è.