La riforma per la reintroduzione delle Province in Sicilia è stata votata in commissione Bilancio alla presenza dell’assessore regionale all’Economia Marco Falcone.
“Un altro significativo passo in avanti verso il ripristino degli Enti Provinciali e le conseguenti elezioni dirette dei rappresentanti dei cittadini”. A dichiararlo è Ignazio Abbate, presidente della commissione Affari istituzionali, e relatore della stessa legge. “Sono state quindi trovate le risorse necessarie alla concretizzazione di un progetto che parte da lontano e soprattutto parte dalla constatazione che l’abolizione delle province voluta dall’allora governo Crocetta si è rivelata inutile quando non dannosa. Sicuramente incapace di portare i risultati per i quali era stata progettata. Adesso l’iter prevede un ritorno della legge in I Commissione – aggiunge Abbate – dove verrà nuovamente analizzata prima dell’approdo in Aula per la sua definitiva approvazione”.
“Verosimilmente l’ultimo passaggio, ovvero l’approdo in Aula, – commenta l’esponente della Dc – non avverrà se non dopo l’approvazione della Finanziaria. Argomento che inevitabilmente monopolizzerà i lavori d’Aula fino alla sua approvazione. Intanto quello di oggi è un altro traguardo molto importante, direi fondamentale, visto che adesso c’è la relativa copertura finanziaria. Adesso tornerà di nuovo sotto la lente d’ingrandimento della Commissione che mi onoro di presiedere e quindi verrà consegnata all’Aula dove, mi auguro in tempi celeri, sarà approvata dando così ai cittadini anche una tempistica certa per tornare ad esercitare il loro diritto di scegliersi i propri rappresentanti”.
Era prevista una quota di 5,6 milioni di euro all’anno – molto meno rispetto ai circa 40 milioni di cui si parlava all’inizio – per la copertura dei costi di gestione politica, per intenderci quelli che serviranno a coprire gli incarichi di consiglieri e assessori provinciali.
La II commissione ha approvato una copertura finanziaria aggiuntiva, tenendo conto della relazione degli enti locali sul costo delle indennità degli organi istituzionali, che ammonta ad altri 5,6 milioni (QUI). Un totale di oltre 10 milioni che potrebbero essere stanziati nella prossima manovra di bilancio.
Il ddl tornerà al vaglio della commissione Affari istituzionali per il voto finale, prima di approdare in aula, poi spetterà alla presidenza dell’Ars, guidata da Gaetano Galvagno, a convocare la capigruppo per calendarizzare il ddl per Sala d’Ercole. Il fronte della maggioranza, però, non sarebbe proprio compatto: in FdI c’è fibrillazione, c’è chi è convinto che quest’accelerazione all’Ars potrebbe irritare qualcuno al governo centrale, che deve ancora mettere mano alla riforma Delrio.
Il numero di consiglieri e di assessori sarà inferiore rispetto a quello del passato, secondo una logica che guarda al contenimento dei costi e di snellezza e efficienza dei nuovi enti.