Questo agosto, il 55% delle attività di vicinato rinuncerà alla chiusura estiva, soprattutto le attività delle Isole (68%) e del Centro (61%).
A tenere le saracinesche alzate, in particolare, saranno le imprese nelle località turistiche; più chiusure, invece, fra le imprese di quartiere delle città medie e grandi, svuotate dalle ferie dei residenti. Ma saranno comunque stop di breve durata: solo 6 su 100, a livello nazionale, fermeranno l’attività più di due settimane nel mese.
E’ quanto emerge da un sondaggio condotto da Swg per Confesercenti su un campione di attività di vicinato – commerciali, artigianali, turistiche e pubblici esercizi – in oltre 250 comuni di tutta Italia.
Le imprese che rimangono aperte cercano di recuperare un po’ di liquidità dopo un anno difficile: l’89% degli intervistati dichiara di aver chiuso il primo semestre dell’anno con fatturati in netto calo rispetto allo stesso periodo del 2019, con una perdita media del 31%. Solo il 6% ha registrato un aumento, mentre un ulteriore 5% ha resistito, mantenendo un livello di vendite invariato. Dal punto di vista territoriale, a indicare le riduzioni di fatturato più consistenti sono le attività del Nord Ovest, Lombardia in testa, dove l’emergenza Covid è stata più intensa: in media, in questa area del paese, il 69% delle imprese dichiara un crollo delle vendite superiore al 30% nei primi sei mesi dell’anno.
E luglio, sottolinea Confesercenti, non ha portato l’inversione di tendenza attesa: in media, il 74% delle imprese ha rilevato un andamento delle vendite insoddisfacente o molto insoddisfacente, mentre solo il 26% sembra aver agganciato il ‘rimbalzò.
L’incidenza degli insoddisfatti/molto insoddisfatti varia profondamente a livello territoriale: a raccogliere i risultati peggiori, stavolta, sono le regioni delle Isole (84%) e del sud (81%), che mostrano una ripartenza più lenta. Passando all’articolazione dimensionale, la sofferenza piu’ elevata si evidenzia tra le imprese senza dipendenti (76% di insoddisfatti/molto insoddisfatti).