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Pullara si autosospende dalla Commissione Antimafia: “Sono estraneo ai fatti”

mercoledì 19 Giugno 2019

Giornata intensa per il deputato regionale e capogruppo dei Popolari ed Autonomisi, Carmelo PullaraA seguito del provvedimento di fermo  dei carabinieri di Agrigento di sette persone indagate per mafia  è spuntato il suo nome attraverso una intercettazione.

“Apprendo dalla stampa quanto accaduto in merito al blitz dei Carabinieri avvenuto stanotte a Licata e Campobello di Licata”. Scrive in un comunicato stampa il deputato Pullara: Nel ribadire,  come ho sempre fatto, la piena e totale fiducia nella Magistratura, mi dispiaccio del tritacarne mediatico attivato nei miei confronti, completamente estraneo ai fatti che apprendo dai mass media stamane e lontano per cultura e agire quotidiano (privato e pubblico) ad ambienti e contatti mafiosi”.

“Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia, né comunicazione alcuna da parte degli organi preposti alle indagini: leggo  dalla stampa che si farebbe il mio nome in una intercettazione ove tale Occhipinti asserirebbe che il sottoscritto è a disposizione di questo o quel soggetto che non conosco ne’ ho mai incontrato.  Proprio per il rispetto massimo che ho per le istituzioni mi sospendo immediatamente dalla Commissione Antimafia della quale faccio parte in Ars, rammaricandomi ancora una volta della gratuità della pressa mediatica nella quale un uomo come me deve ritrovarsi senza accusa alcuna e senza condanna alcuna. Una gogna alla quale viene esposto (e non è la prima volta) un politico come me, che ha sempre servito le istituzioni pubbliche, da burocrate e da politico, con impegno e serietà costruendo un’immagine positiva e a tutt’oggi in crescita. Quindi mi metto a completa disposizione della Magistratura, come ho sempre fatto, qualora fosse necessario dare qualsiasi apporto da parte del sottoscritto”.

Stamattina all’alba i carabinieri hanno fatto scattare le manette per boss e gregari delle ‘famiglie’ di Licata e Campobello di Licata. Fra questi il consigliere comunale licatese Giuseppe Scozzari.

Il capomafia, Angelo Occhipinti finto agli arresti, intercettato durante l’inchiesta avrebbe definito il parlamentare “a disposizione” del clan”.

Filmati summit e incontri segreti fra gli elementi di vertice e gli affiliati della consorteria mafiosa. Accertata persino un’estorsione per lavori edili realizzati in Germania. Documentati gli interessi del sodalizio nel settore delle slot machines, attraverso una compiacente società di distribuzione di apparati elettronici da gioco.

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