La terza puntata dei “Racconti brevi da leggere online”, presenta la novella “Il sindaco”, ambientata nelle splendide isole dell’arcipelago delle Eolie.
“Il sindaco”, tratto da Andrea Giostra, “Novelle brevi di Sicilia”, StreetLib, Milano, 2017.
«Ascoltava immobile, seduto con la schiena resa curva dai tanti anni di faticosa politica attiva – come si vantava spesso – per amministrare quelle che riteneva le sue meravigliose isole vulcaniche al centro del mediterraneo.
Aveva i gomiti appoggiati al tavolino del bar “I Faraglioni”, pieno di turisti appena scesi dall’aliscafo, luccicanti di sudore e assetati che si godevano la granita di mandorle alla messinese con una morbida brioche profumata appena sfornata dal microonde.
Il suo sguardo fissava attento una piccola schiera di eleganti barche a vela e di piroscafi di lusso che ondeggiavano ritmicamente ormeggiate al molo Levante, a pochi passi dal bar che da circa un anno aveva lasciato gestire al figlio maggiore e prediletto che lo aveva reso orgoglioso sposando una bellissima e giovane bionda torinese di ottima famiglia, che gli aveva da poco regalato una bellissima nipotina che si distingueva per il colore della pelle olivastra e per gli inconfondibili tratti somatici siculi della famiglia che da cinque generazioni abitava quelle isole.
Il consigliere comunale si affannava a dare spiegazioni e a chiedergli insistentemente come mai da settimane non gli dava più confidenza, se avesse fatto qualcosa di cui non si era reso conto, se l’aveva offeso, o se gli aveva mancato di rispetto. Parlava velocemente e quasi affannosamente guardandolo dritto negli occhi. Il sindaco non si lasciava distrarre e continuava a fissare le barche ormeggiate al porto.
Il consigliere allora aumentò il ritmo e il volume della voce per attirare la sua attenzione. Parlava in stretto e incomprensibile dialetto messinese che solo chi è nato e cresciuto in quella provincia avrebbe potuto comprendere. Un orecchio distratto avrebbe invece potuto facilmente scambiare quella lingua per arabo o per una sconosciuta lingua nordafricana. Gli aveva concesso già cinque minuti del suo tempo, guardò il Rolex d’acciaio per accertarsi dell’ora, e in quello stesso istante vide arrivare la giovane e bellissima nuora che gli s’avvicinava sorridente e con in braccio la nipotina che con gli occhi sgranati mostrava un sorriso ampio e gioioso che lasciava intravedere le piccole e rosee gengive ancora spoglie di dentini.
Fu a quel punto che la sua espressione mutò subitaneamente. Si alzò di scatto, prese la paffutella manina della bimba, la baciò sulla fronte, le sorrise con tenerezza e con gli occhi lucidi di gioia. Poi aggrottò le ciglia, si girò verso il consigliere comunale che intanto si era alzato accanto a lui, lo puntò negli occhi per un solo istante, e spedito si avviò verso l’uscita del bar. Il consigliere comunale, senza esitare, lo seguì a ruota, spedito, tallonandolo da dietro senza mollarlo di un centimetro.
Lo immaginai come un piccolo Yorkshire che affannosamente e con la lingua penzolante dalla bocca spalancata, sta cercando di tenere il passo della sua vanitosa, altezzosa e ricca padroncina che a passi svelti e spediti si riflette nelle vetrine di via Condotti guardando più che gli eleganti abiti firmati, quella che lei ritiene la sua meravigliosa immagine riflessa. Lo Yorkshire, instancabile, tenacemente, continua a saltellare tallonandola da dietro, prima a dritta e poi a manca, nel non facile compito di leccarle velocemente la penzolante mano destra prima, e la mano sinistra poi che sorregge una piccola ma elegante e raffinata borsa firmata.
Ma com’è che ho potuto immaginare un minuscolo Yorkshire come il corpulento e rozzo nei modi e nelle fattezze consigliere comunale? … e l’altezzosa e raffinata donna di buona borghesia torinese con il piccolo e baffuto omino – che Dostoevskij avrebbe descritto come un insignificante scrivano degli uffici delle tasse dello Zar – potente sindaco dell’arcipelago più noto del mediterraneo che da due lustri oramai si impegnava instancabilmente e generosamente a ricoprire la prestigiosa e rispettata carica istituzionale di primo cittadino?»
LE PUNTATE PRECEDENTI:
Note dell’autore sulle “Novelle brevi di Sicilia”:
«Quelle che leggerete sono delle novelle brevi, anzi, brevissime, di vita di Sicilia, di vita di siciliani, di vita vera e raccontata spontaneamente senza mediazioni linguistiche; che non vogliono rappresentare metafore o meta-significati. Sono delle piccole storie e rappresentano quello che dicono, quello che leggerete! Rappresentano la mia esperienza diretta, vissuta in prima persona e che ho scritto di getto con il mio vecchio Nokia E90, oggi da museo di archeologia informatica. Il senso, la morale, se c’è un senso o una morale da dare, li darà il lettore che le leggerà.»
Andrea Giostra