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LA PUNTATA
Daniele La Barbera: La nostra società sta facendo dei grandi progressi nell’accoglimento delle differenze, un cambiamento lento e graduale ma significativo, sia nell’atteggiamento culturale di sostegno alla fragilità umana, ma anche morale e affettivo. Indubbiamente però, in questa apertura che la nostra società manifesta nei confronti dei problemi della disabilità, sono ancora presenti delle tracce di paura, pregiudizio, vergogna da parte dei familiari e da parte dei soggetti stessi che sono portatori di una qualche forma di fragilità.
Bisogna pensare che fragilità riguarda ogni essere umano a livelli diversi, la fragilità riguarda tutti noi che in questo momento stiamo dibattendo, la fragilità riguarda tutte le persone che ci stanno ascoltando e vedendo, riguarda i nostri parenti, le nostre famiglie, i nostri amici, nostri conoscenti, i miei pazienti… tutti siamo fragili e tutti lo siamo in maniera unica e personale diversa da tutti gli altri.
Purtroppo ora viviamo in una società fortemente narcisistica. Abbiamo raggiunto una quota di narcisismo sociale che mai c’è stata nelle epoche precedenti della storia dell’uomo dove rendiamo visibile la parte migliore anche se dopata, photoshoppata o manipolata e cerchiamo di occultare il più possibile gli aspetti fragili.
Marianna Caronia: Ci sono tante difficoltà nel mondo della scuola. Il diritto allo studio non può essere negato ancora di più ai ragazzi che hanno un handicap. Molto è stato fatto e moltissimo ancora deve essere fatto. Devo dire che sono stata molto attiva a riguardo e finalmente anche i miei colleghi hanno compreso che era una necessità quella di accostare delle somme, già nella scorsa finanziaria e in questo esercizio provvisorio, che consentano quantomeno di arrivare a completare l’anno scolastico.
La scuola è un momento importante non soltanto per il ragazzo disabile ma anche per la famiglia perché permette al ragazzo di confrontarti insieme ai normodotati, ma soprattutto consente di acquisire delle competenze perché, in molti casi, ragazzi sono riusciti ad inserirsi dentro un percorso formativo che li ha messi alla pari rispetto ai normodotati, ha permesso a loro di inserirsi nel mondo lavorativo. Battaglia su cui mi sto spendendo molto ed è importante che al di la del percorso formativo che viene fornito ai ragazzi con disabilità ci sia anche un possibile sbocco lavorativo.
Giuseppe Tisci: La Lega Navale da tanti anni si occupa di integrazione e di inclusione di tanti ragazzi che possono praticare lo sport della vela e non tutti sanno che a Palermo esiste un polo totalmente accessibile che permette ai ragazzi con degli appositi scivoli di scendere e risalire, anche in carrozzina, il pontile. Abbiamo delle barche costruite e progettate a Palermo con cui mi faccio attività con tutti e con qualsiasi tipo di disabilità. Collaboriamo con il Coni, ovviamente con le varie federazioni e con tutti coloro che possono e vogliano aiutare.
Spesso abbiamo fatto delle lotte civili proprio per cercare di dotare tutta la struttura del porto di Palermo e della cala per avere degli scivoli e dei servizi igienici adeguati e disponibili. In barca tutti sono importanti nella stessa maniera e non importa se sei normodotato o hai delle disabilità motorie o intellettive perché in barca si dà il ruolo che uno può riuscire a svolgere. Inoltre, spesso noi portiamo anche le famiglie in barca e mostriamo che con lo sport paralimpico, tante volte, si può fare… ci vuole un pò di buona volontà.
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