C’è chi ha deciso di realizzare un sit-in di fronte a Palazzo Palagonia. E c’è chi, invece, ha scelto la strada dei manifesti spammati sulle chat dei dipendenti dell’azienda. A Rap e Amat ci sono degli scontenti. Parecchi e lo dimostra quanto avvenuto questa mattina. Davanti alla sede istituzionale del sindaco Roberto Lagalla è andata in scena la manifestazione organizzata dalla Cgil e che ha coinvolto una delegazione dei vincitori del concorso relativo all’assunzione di nuovi operatori ecologici alla Rap. Nel frattempo, ad Amat, è sbucato fuori un nuovo manifestato firmato dal gruppo di lavoratori “part-time incazzati“. Documento che segue alla fumata bianca al Comune relativa all’approvazione del redigendo piano industriale. Due forme di protesta diverse ma che manifestano entrambe un malcontento generalizzato nei confronti della gestione delle società Partecipate. Le stesse aziende sulle quali, al Comune, si sta ragionando da settimane sull’ennesima infornata di nomine. Se i filoni di Gesap e Teatro Massimo sembrano chiusi con l’asse ritrovato Lagalla- Schifani, non si può dire lo stesso di Amap.
La protesta dei vincitori di concorso alla Rap
Partendo da Rap, una delegazione dei vincitori di concorso relativo all’ingresso di 306 nuovi operatori ecologici si è radunata questa mattina davanti alla sede comunale di Palazzo Palagonia, chiedendo risposte in merito alle mancate assunzioni in azienda. Ad oggi la società guidata da Giuseppe Todaro ha fatto entrare soltanto i primi 106 nomi della graduatoria. Ciò compatibilmente a quanto previsto dal piano di risanamento e dalle risorse attualmente a disposizione. “Senza soldi il pastore non canta messa“, recita un vecchio detto popolare. Tanto vecchio quanto vero visto che, riferiscono fonti sindacali, dalla riunione avuta con i tecnici non sono arrivate buone notizie. “Le risposte ci lasciano dell’amaro in bocca – commenta l’esponente della Cgil Riccardo Acquado -. Abbiamo chiesto che nei prossimi 20 giorni vi sia un’ulteriore convocazione. In quella sede, chi rappresenterà il Comune ci dovrà dare maggiori risposte e garanzie certe, anche alla luce delle interlocuzioni con il presidente Todaro“.
Preoccupazioni condivise anche dalla politica, in particolare dal capogruppo del M5S Antonino Randazzo. “Stamattina ho partecipato alla manifestazione organizzata dalla Cgil, insieme ai vincitori di concorso della Rap. È stata un’opportunità importante per ascoltare le loro legittime istanze e le preoccupazioni di cittadini che chiedono notizie e tempi certi riguardo alle assunzioni. Riteniamo che queste assunzioni debbano avvenire il prima possibile, in particolare in vista dell’imminente avvio della raccolta differenziata per ulteriori 170.000 abitanti, da Sferracavallo a Borgo Nuovo, Cep fino a Vergine Maria e Arenella. È quindi fondamentale procedere con l’assunzione di nuovi operai e autisti. Facciamo appello al Sindaco e al Presidente Todaro affinché si attivino prontamente per affrontare questa situazione e garantire un servizio efficiente alla cittadinanza“.
Il nuovo manifesto dei lavoratori part-time di Amat
Mentre a Palazzo Palagonia andava in scena la protesta degli aspiranti lavoratori di Rap, in casa Amat spuntava fuori l’ennesimo manifesto della sigla di lavoratori “part-time incazzati“. Un gruppo di dipendenti che, già in diverse occasioni, non ha mancato di far sentire il proprio dissenso nei confronti dell’azienda e persino delle organizzazioni sindacali. Volantino che ha fatto il giro delle chat dei lavoratori di Amat e che arriva all’indomani dei passi in avanti fatti al Comune sul piano industriale. Un documento atteso da anni e sul quale i dipendenti part-time rappresentano le loro perplessità. “Le battute finali della querelle che pare sia prossima al termine, con un piano industriale che dopo aver fatto il giro di mezza Italia e costato non si quanto parrebbe essere piaciuto al sindaco e all’assessore competente“.
“I passaggi relativi a questo piano industriale e la vertenza aperta ci impongono ancora più attenzione rispetto alle evoluzioni di queste settimane – aggiungono -. Non vorremmo essere lasciati fuori, come lo siamo stati nel giro del personale del commerciale e degli sportelli esterni. Pare ci sia una maledizione sui parametri 138 – scrivono – o forse l’antipatia di qualcuno. Il lavoro svolto presso gli uffici di via Manin negli ultimi otto anni è stato tutto sulle spalle nostre. Ma adesso non serviamo più e dobbiamo fare spazio ai parametri 129. Nulla contro i colleghi, ma questa volontà di mettere fuori gente che ha contribuito a mettere su tutto l’impianto ZTL o che si è sobbarcata bonus trasporti, car sharing, bike sharing, tpl, zone blue, piazzale Ungheria e tanto altro non è rispettosa e spesso giustifica un disinnamoramento verso il lavoro che da fanno soltanto all’azienda“.
Polemiche ad Amap, la DC chiede passaggio a CdA
Malcontento che sfocia in un momento di cambiamento per le società Partecipate del Comune di Palermo. Da settimane, il sindaco Roberto Lagalla è alle prese con la nuova infornata di nomine di competenza di Palazzo delle Aquile. Mentre nei rapporti fra il primo cittadino e il presidente della Regione Renato Schifani è tornato a splendere il sole, non si può dire lo stesso all’interno della maggioranza. Critiche in particolare arrivano dalla Democrazia Cristiana sul caso Amap. Come è noto, la società che gestisce il servizio idrico per conto del Comune è senza amministratore unico. L’uscente Alessandro Di Martino non è stato ancora sostituito, anche se l’Assemblea dei Soci è già convocata per il 4 novembre.
Per il futuro si parla del profilo di Antonio Tomaselli, amministratore unico uscente di Palermo Energia considerato vicino all’assessore regionale Francesco Scarpinato. Da Forza Italia e DC erano arrivate richieste di allargare il posto di comando di Amap da un singolo amministratore unico ad un Consiglio d’Amministrazione a tre. Fatto che però non ha trovato l’ok da Fratelli d’Italia. Concetto ribadito in aula questa mattina dall’assessore Brigida Alaimo. E su queste parole è arrivato il monito del capogruppo della DC Domenico Bonanno. “In considerazione delle caratteristiche della società e dell’ampiezza della eterogenea compagine sociale, come forza politica abbiamo sommessamente suggerito che si preferisca, a parità di spesa, la collegialità di un cda all’uomo solo al comando, che temo possa soltanto soddisfare l’interesse di qualche soggetto politico e non le reali esigenze della società, dei comuni coinvolti e dei cittadini“.