Nel territorio della provincia di Catania, la presenza di importanti famiglie mafiose e i loro contrasti e conflitti per il predominio del territorio è una realtà difficile da affrontare per le forze dell’ordine locali. Queste organizzazioni, comprendono le famiglie storiche SANTAPAOLA-ERCOLANO e MAZZEI a Catania, LA ROCCA a Caltagirone, e la famiglia omonima a Ramacca. Questa complessità ha portato Cosa Nostra a Catania a poter sviluppare una vocazione “imprenditoriale”, cercando opportunità criminali in diverse aree economiche attraverso il riciclaggio di capitali illeciti e il traffico di droga.
Tuttavia, la provincia di Catania ospita anche organizzazioni criminali indipendenti come i clan CAPPELLO-BONACCORSI, LAUDANI, PILLERA-DI MAURO, SCIUTO (Tigna), CURSOTI, PIACENTI e NICOTRA.
In particolare, lo spaccio di droga continua a essere una fonte primaria di finanziamento, con un coinvolgimento crescente di giovani, anche minori, nelle piazze di spaccio. L’infiltrazione nell’economia legale da parte delle organizzazioni mafiose avviene attraverso usura ed estorsioni a danno di imprenditori, con l’obiettivo di acquisire piccole e medie imprese per riciclare capitali illeciti. Questa situazione costituisce una seria minaccia, considerando anche gli ingenti fondi destinati al rilancio del Paese.
Le famiglie SANTAPAOLA-ERCOLANO, MAZZEI e altre mantengono la loro influenza, anche se indebolite dai provvedimenti giudiziari. Mantengono il controllo attraverso squadre organizzate e sodalizi stanziali, garantendo una vasta gamma di interessi criminali. Oltre a Cosa Nostra, le famiglie CAPPELLO-BONACCORSI, LAUDANI e altre continuano a prosperare nel panorama criminale catanese. Spesso sono coinvolti in traffico di droga, estorsioni e altre attività illegali. Le rivalità tra queste organizzazioni possono sfociare in conflitti violenti.
Conflitti e nuovi sviluppi: le famiglie mafiose di Catania nell’ultimo semestre
Nel panorama delle famiglie mafiose a Catania, l’ultimo semestre ha visto emergere nuove sfide e conflitti. In particolare, le tensioni tra la famiglia MAZZEI e altre organizzazioni criminali sono riemerse, mentre la storica rivalità tra il clan CAPPELLO e i CURSOTI ha conosciuto uno sviluppo significativo.
Nel 2020, un grave episodio di violenza aveva scosso il quartiere di Librino a Catania, coinvolgendo membri dei clan CAPPELLO e CURSOTI. Questo conflitto ha trovato una nuova fase nell’operazione “Zeus” del 29 novembre 2022, condotta dalla Polizia di Stato di Catania.
Durante questa operazione, sono emersi vari summit tra affiliati dei CURSOTI e figure di spicco del clan CAPPELLO-BONACCORSI, con l’obiettivo di mediare nelle situazioni di contrasto e frizione tra le due fazioni.
L’indagine originariamente mirata ai CURSOTI MILANESI, coinvolti in estorsioni e spaccio nella zona di San Berillo Nuovo, ha portato alla luce i legami tra le famiglie mafiose catanesi e i fornitori partenopei, affiliati al clan camorristico SAUTTO-CICCARELLI di Caivano (NA). È emerso invece con l’operazione “Kynara”, conclusa dalla Polizia di Stato di Catania il 15 dicembre 2022, che membri del clan CAPPELLO-BONACCORSI agivano come trafficanti in collaborazione con la camorra, soprattutto nel traffico di cocaina lungo l’asse Campania-Sicilia.
Un altro colpo alla criminalità organizzata è stato inferto attraverso il sequestro di beni illecitamente accumulati. Il 30 novembre 2022, la Polizia di Stato di Catania ha confiscato beni mobili, immobili e società, con un valore totale di 2 milioni e mezzo di euro, collegati a membri della famiglia CAPPELLO-BONACCORSI.
Cocaina, armi e infiltrazioni negli enti locali e organizzazioni criminali straniere
Le ultime investigazioni condotte nel semestre svelano che lo spaccio di droga e il traffico d’armi sono ancora al centro dell’interesse delle organizzazioni criminali, italiane e straniere, operanti in Sicilia. Durante questo periodo, sono stati sequestrati oltre 160 kg di cocaina, 370 kg di marijuana e 26 kg di hashish
L’operazione “Terra bruciata” ha rivelato le audaci ambizioni del clan LAUDANI, che è persino pronto a ricorrere all’uso di lanciamissili per affermarsi nel territorio di interesse.
La mafia dimostra anche la sua capacità di influenzare gli apparati amministrativi locali. Il Prefetto di Catania ha avviato indagini per verificare collegamenti con la criminalità organizzata nei Comuni di Castiglione di Sicilia e Palagonia. Il Comune di Calatabiano rimane commissariato a seguito di evidenze di collegamenti con la mafia.
Un’altra preoccupante realtà è la presenza di gruppi criminali stranieri nel catanese, specializzati in sfruttamento della prostituzione, lavoro nero, caporalato, commercio di prodotti contraffatti e spaccio di droghe. I gruppi nigeriani, basati sul cultismo, sono ben strutturati e operano a Catania e altre città siciliane. Un arresto recente ha colpito un nigeriano affiliato all’associazione mafiosa EIYE o The Supreme Eiye Confraternity (SEC).
In conclusione, i dati del rapporto Dia mettono in luce la complessità della situazione criminale nel territorio di Catania e provincia e conferma la costante sfida delle forze dell’ordine nel contrastare le attività criminali delle famiglie mafiose locali. Tuttavia, dimostrano anche la determinazione delle organizzazioni mafiose nel cercare nuove opportunità criminali e alleanze, rendendo la lotta contro la criminalità organizzata un impegno costante per garantire la sicurezza e la legalità nella zona del catanese.
La lotta contro la criminalità organizzata rimane una sfida costante nella provincia di Catania, con l’obiettivo di preservare la legalità e la sicurezza nel territorio.