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Referendum del 4 dicembre, ecco i segreti della Riforma Renzi Boschi

domenica 27 Novembre 2016

Per cosa andranno a votare gli italiani al referendum del prossimo 4 dicembre? Si tratta del passaggio necessario per introdurre nella Carta costituzionale la riforma “Renzi-Boschi”.

Si chiama così perché è stata formalmente presentata dal Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi e dal Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi.

E’ la legge di riforma della Costituzione della Repubblica Italiana contenuta nel testo di legge costituzionale approvato dal Parlamento italiano il 12 aprile 2016 e che sarà sottoposto a referendum confermativo il 4 dicembre dello stesso anno.

La riforma, nata con un disegno di legge presentato dal Governo Renzi l’8 aprile 2014, si prefigge «il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione».

Il provvedimento propone in particolare una radicale riforma del Senato della Repubblica, la cui principale funzione diventerebbe quella di rappresentanza delle istituzioni territoriali, concorrendo paritariamente con l’altra camera all’attività legislativa solo in determinati casi.

Il numero dei senatori viene ridotto da 315 a 100 membri, i quali – eccetto cinque nominati dal Presidente della Repubblica saranno eletti dai Consigli regionali fra i loro stessi componenti e fra i sindaci dei propri territori.

La Camera dei deputati rimarrebbe quindi l’unico organo ad esercitare la funzione di indirizzo politico e di controllo sull’operato del Governo, verso il quale resterebbe titolare del rapporto di fiducia. Vengono anche introdotte alcune modifiche nel meccanismo di elezione del Presidente della Repubblica e di nomina dei giudici della Corte costituzionale.

La riforma contempla inoltre la rimozione dalla Carta dei riferimenti alle province, l’abolizione del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL) e la soppressione dell’elenco delle materie di legislazione concorrente fra Stato e Regioni; sono previste anche modifiche in tema di referendum popolari, procedimento legislativo e uso della decretazione d’urgenza.

La proposta di riforma, aspramente avversata dalle opposizioni parlamentari e da alcuni giuristi, è stata approvata con una maggioranza inferiore ai due terzi dei membri di ciascuna camera: di conseguenza, come prescritto dall’articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non è stato promulgato direttamente, essendo prevista la facoltà di richiedere un referendum per sottoporlo al giudizio degli elettori. La consultazione popolare, richiesta sia su iniziativa parlamentare sia attraverso una raccolta di firme, avrà luogo il 4 dicembre 2016;[non essendo necessario il raggiungimento di un quorum, la riforma entrerà in vigore se il numero dei voti favorevoli sarà superiore al numero dei voti contrari.

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