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Regionali: aumenti subito o sarà battaglia, le richieste dei sindacati

mercoledì 9 Maggio 2018
regionali sicilia

Sono decise e perentorie le richieste fatte da Cobas-Codir, Sardis, Siad e Ugl al governo Musumeci sull’aumento degli stipendi dei regionali e più in generale sul rinnovo dei contratti, scaduti da più di 10 anni. A distanza di pochi giorni dall’approvazione da parte dell’Ars della manovra, nella quale sono state stanziate le risorse necessarie, e in piena discussione del collegato alla finanziaria, le principali organizzazioni sindacali che rappresentano la maggior parte dei dipendenti della Regione Siciliana incalzano Palazzo d’Orlenas perchè si proceda in modo spedito senza perdite di tempo.

Per questo confermano lo stato di  agitazione, già indetto il 30 aprile scorso, e invitano il presidente Nello Musumeci, l’assessore Bernadette Grasso e tutta la giunta regionale a deliberare immediatamente le direttive all’Aran Sicilia per avviare le trattative.  E’ questo, infatti, l’organismo regionale deputato per legge alla contrattazione con i sindacati delle condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici. Un organismo che da mesi si trova senza guida, tanto che Cobas-Codir, Sardis, Siad e Ugl per non perdere tempo chiedono, nelle more della ricostituzione del consiglio dell’Aran, la “nomina di un commissario straordinario munito dei pieni poteri necessari o, nel caso, di un commissario ad acta”.

Istanze senza appello. “In mancanza di atti concreti – scrivono – saremo costretti a passare alle necessarie forme di lotta sindacale che coinvolgano tutti i lavoratori regionali per il rispetto dei propri diritti e per l’affermazione di un’amministrazione regionale che possa essere rilanciata a partire dal livello motivazionale di tutto il personale”.

“Ancora bruciano ai lavoratori regionali le violazione delle Leggi Costituzionali perpetrate dall’ARS durante l’ultima legge di Stabilità, quali norme ad personam per categorie circoscritte di lavoratori (nonostante le materie sul personale siano materia delegificata dalla legge 10/2000 in poi) e altre norme selvagge fatte in aperta violazione degli articoli 3 e 97 della Costituzione che sicuramente cadranno sotto la scure dell’impugnativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il riferimento è alla stabilizzazione degli ex Pip.

“Infatti – aggiungono – si tratta di articoli di legge varati senza alcuna copertura finanziaria e in aperta violazione delle leggi che regolamentano la materia contrattuale che – come è noto – è stata ampiamente delegificata. L’unico risultato di questa farsa politica saranno le solite false aspettative alimentate nei confronti dei soggetti coinvolti (e loro stessi vittime di questa politica senza scrupoli) e un’altra occasione per i “Giletti“ di turno di sputtanare la “buttanissima Sicilia” per le scorribande della politica che poi inesorabilmente ricadono sulle spalle di tutti i lavoratori regionali e dei cittadini siciliani.

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