Una legge elettorale regionale con le liste bloccate, senza preferenze. A proporla in Sicilia è la Lega.
“Aboliamo le preferenze, votiamo per le prossime regionali come avviene per le Politiche con le liste bloccate – spiega il senatore Stefano Candiani, segretario del Carroccio nell’Isola, secondo quanto riporta Repubblica Palermo -. Ne ho parlato anche con il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, solo così possiamo tornare a fare vera politica senza dover sottostare ad alcuni deputati che si muovono in autonomia rispetto ai partiti, e lo dico a 360 gradi, da destra a sinistra. In Sicilia il sistema e’ quello del voto personale e la politica in senso largo è inesistente. Ma il sistema non ha funzionato e lo si vede dalle inefficienze presenti in Sicilia. Allora proviamo a cambiarlo“.
La proposta è legata anche agli equilibri per le prossime elezioni comunali. “Nel resto del Paese le coalizioni per le amministrative sono chiare, in Sicilia ancora no – sottolinea Candiani -. Allora ho fatto questa riflessione: forse il peso di alcuni deputati regionali in certe scelte è forte perchè pensano solo alle preferenze per le prossime elezioni regionali. Aboliamole e vediamo che succede. Miccichè è pronto al dialogo – aggiunge -. Questa potrebbe essere una vera riforma in Sicilia che potrebbe cambiare il modo di fare politica”.
Gianfranco Miccichè
Per il presidente dell’Ars la riforma della legge elettorale “non è una priorità. Che qualcosa vada cambiato sono d’accordo, ma quella della preferenza è una discussione che non mi appassiona. In Sicilia le priorità sono altre, il calo del Pil, della produzione, delle regole dell’Europa sul settore della pesca contro le quali non facciamo nulla. Il vero problema in questo momento e’ quello degli investimenti, non della legge elettorale”.
Comunque il presidente dell’Assemblea regionale si dice pronto al confronto: “Se c’è qualcosa da modificare non ho paura a farlo. Anche se l’eliminazione della preferenze allontanerebbe di più la gente dalla politica“.
Miccichè individua invece quella che considera un’anomalia: “Il reato di traffico di influenze, che e’ una delle più grosse sciocchezze in una terra come la Sicilia: una famiglia sì e una no cercano un posto di lavoro, cercano aiuto. Io ho cercato di aiutare le persone a trovare un lavoro, mi sono impegnato per evitare che alla Regione si bocciasse una pratica magari per l’antipatia di qualche funzionario. Ma non mi sento un mafioso, nè ho fatto voto di scambio, nè tantomeno commesso un reato – conclude Miccichè -. Ma se a una persona viene bocciata una pratica sono il primo a intervenire per sapere il motivo, e soprattutto se e’ stato fatto da un dirigente per delle antipatie”.