Se per vincere bastasse dirselo addosso il Pd di Renzi farebbe il governo da solo all’indomani del voto del 4 marzo.
Il segretario nazionale del partito Democratico, intervenuto ieri a Palermo al Teatro Al Massimo ha affrontato , all’interno di un incontro elettorale con militanti e simpatizzanti, i principali temi dell’attuale confronto politico, attaccando senza risparmiarsi i principali avversari FI e M5s.
Per Renzi: “La politica non è insultare ma avere idee, andare incontro alle persone. Ci sono 10 giorni che ci separano dal voto, che valgono 5 anni. Devono essere gli italiani a decidere se vogliano mettersi in mano a centrodestra a trazione leghista, alla incompetenza del M5s o dare fiducia al Pd”.
Renzi che cammina sul palco sembra un Grillo consumato quando prova a imitare Berlusconi: “sul Trattato di Dublino. L’ho guardato in tv e gli ho sentito dire: È una vergogna che sia stato firmato il trattato di Dublino’. E ho pensato che ha ragione. Ma l’ha firmato lui”. Nessun accenno da parte del segretario del Pd alla crisi che ha colpito in Sicilia la sua base con l’ecatombe di polemiche successive alla composizione delle liste in occasione delle Politiche, ma un saluto a braccia aperte a Leoluca Orlando, sbarcato nel Partito e pronto a recitare un ruolo di primo piano: “La scelta di Leoluca Orlando di aderire al Pd è una scelta che mi onora e che mi rende felice, le città hanno bisogno di visioni, come quella di Orlando a Palermo”
Alla fine Renzi porta a casa anche il malcontento senza fine dei partigiani del Pd per bocca di Antonio Rubino: “Oggi non andremo al Teatro ad ascoltare Matteo Renzi. Avremmo tante cose da dirgli, ma scegliamo il silenzio per rispetto ai militanti del Pd”.