Anche i lavoratori dei servizi ambientali della Sicilia aderiranno allo sciopero generale indetto a livello nazionale da Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti e ai contestuali sit in che si terranno davanti le Prefetture dell’Isola lunedì 8 novembre dalle ore 10.
I sindacati puntano il dito contro le associazioni datoriali (Utilitalia, Cisambiente, Assoambiente ecc..) “responsabili – dicono – della rottura delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di settore“. Lo sciopero sarà per l’intera giornata di lavoro: riguarderà tutti i turni di lavoro con inizio nella medesima giornata con presidi unitari in tutti i territori dalle ore 10 in sit in davanti le Prefetture dell’Isola. In Sicilia inoltre spiegano Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti “lo sciopero dell’8 novembre ha una doppia valenza, da un lato, il rinnovo del contratto nazionale di settore e dall’altro lato accendere un riflettore sulla condizione del settore di igiene ambientale in Sicilia che è una eterna emergenza“.
Fra le principali motivazioni dello sciopero dunque l’atteggiamento delle associazioni datoriali che “vorrebbero inserire una serie di condizioni inaccettabili, come ad esempio: estrema flessibilità sull’organizzazione del lavoro attraverso il sistema degli orari; il ridimensionamento del sistema delle relazioni industriali per privare i lavoratori della rappresentanza e della partecipazione all’interno dell’azienda; la precarizzazione dei rapporti di lavoro soprattutto per lavoratori part/time; eliminazione totale del limite massimo dei lavoratori part/time presenti in azienda; legare la parte economica esclusivamente agli indici inflattivi e alle dinamiche del corrispettivo economico del committente all’azienda e il mancato riconoscimento delle professionalità dei lavoratori addetti agli impianti“.
“L”esatto contrario di quanto rivendichiamo; – precisano ~Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti – le nostre proposte sono relative a un contratto nazionale unico e di filiera, il rafforzamento delle relazioni industriali attraverso un sistema maggiormente partecipativo dei lavoratori; l’evoluzione delle condizioni di lavoro per tutelare la salute degli operatori; sviluppo delle norme sul mercato di lavoro e dei processi di formazione continua; miglioramento in maniera armonica della classificazione del personale; perfezionamento degli articoli contrattuali relativi ai lavoratori degli impianti; esigibilità contrattuale della clausola sociale; accordo economico che non tenga conto solo delle percentuali inflattive e che sviluppi maggiormente il welfare contrattuale e le varie indennità“.
“La pandemia ha evidenziato ancor di più quanto siano indispensabili i lavoratori dei servizi ambientali, rinnovare e migliorare il contratto è necessario anche in prospettiva degli investimenti europei legati al miglioramento, all’ammodernamento e alla realizzazione di nuovi impianti sui rifiuti, previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza in un settore strategico come quello dei rifiuti“. Su quest’ultimo punto, proprio in Sicilia, “siamo particolarmente preoccupati perché ai ritardi delle SRR si unisce la mancanza di una cabina di regia Regionale che rischia di far perdere queste importanti risorse affinché si possa finalmente avere la quantità e la qualità dell’impiantistica pubblica utile a coprire il fabbisogno regionale“.