C’è chi, come la Sicilia, gestiste, con evidenti e imbarazzanti difficoltà, la raccolta dei rifiuti e chi invece, come la Danimarca, ne ha tratto beneficio, segnalando addirittura un’emergenza totalmente opposta, cercando paesi disposti ad esportali. Sembra una storia paradossale ma il celebre inceneritore di Copenaghen riesce a bruciare 70 tonnellate di rifiuti all’ora ed è in grado di convertire 440 tonnellate di rifiuti l’anno in energia pulita, fornendo elettricità per 150.000 abitazioni. Il tutto, stando a quanto assicurano le autorità, emettendo dalla ciminiera vapore acqueo e non CO2. Copen Hill, l’immensa struttura architettonica, con le sue piste per sci e snowboard è diventata persino un’attrazione turistica.
I danesi hanno dunque inventato un nuovo e originale modo di fare economia ed eliminare gli ingombranti rifiuti, seguendo allo stesso tempo la linea green. L’idea è giunta, da un po’ di tempo, anche in Sicilia. Da anni, infatti, la provincia di Ragusa rappresenta un’eccezione. Nella terra in cui il problema rifiuti non sembra trovare una luce in fondo al tunnel, il territorio ibleo continua a impartire una bella lezione.
“Siamo arrivati velocemente a percentuali elevate nella raccolta differenziata, superando la soglia del 70%. Queste cifre pongono la città ai vertici delle classifiche regionali e ci hanno consentito di beneficiare dei premi per i Comuni virtuosi nella raccolta della differenziata, messi a disposizione della Regione“. Sono queste le parole del sindaco di Ragusa, Giuseppe Cassì.
ESISTE PERO’ UN PROBLEMA…
Nonostante le valide idee e gli ottimi traguardi tagliati, un problema ancora persiste. “Non abbiamo ancora l’autosufficienza d’ambito – ha spiegato Cassì – Nel Ragusano non c’è la discarica. La struttura nella quale il rifiuto andrebbe gettato dopo i vari trattamenti ha esaurito la propria capienza nel 2017 e da allora siamo costretti ad andare fuori. Con la chiusura di alcuni impianti siciliani, siamo stati costretti anche noi a portare una percentuale di rifiuti fuori dall’Isola e questo ha chiaramente comportano un aumento dei costi“. Alcune soluzioni sarebbero già nel cassetto: “Abbiamo individuato dei siti idonei per poter realizzare questa discarica. Però siamo ancora in una fase preliminare“.
IL RIFIUTO COME RISORSA E IL FUTURO GREEN
Ragusa possiede già due impianti importanti: uno di trattamento biologico, dove viene trattato il rifiuto indifferenziato, e uno di compostaggio, che tratta rifiuto organico. Le strutture già esistenti sono integrate all’interno di una visione di futuro green ed ecosostenibile: “Nel nostro piano provinciale ci sono nuovi impianti che serviranno a razionalizzare e ottimizzare il ciclo dei rifiuti. L’idea è quella che il rifiuto possa costituire anche una fonte di energia. E’ previsto un impianto di digestione anaerobico, una struttura per trasformare il rifiuto organico in gas e quindi in energia elettrica, e uno per la produzione di combustibile, da integrare con quello che già tratta il rifiuto indifferenziato“.
La strada da percorrere è dunque quella dell’economia circolare e dell’ottimizzazione dei rifiuti “che consente da una parte di risparmiare, dall’altra di avere un beneficio ambientale e produrre energia. L’obiettivo è ambizioso, la strada è lunga ma l’idea è chiara. Sono impianti molto costosi ma con un impatto importante“.
Cassì ha precisato che sarà valutato anche il “coinvolgimento dei privati, a cui, per un paio di anni, andrà la gestione delle strutture, in modo da ottenere la remunerazione dell’investimento fatto“.
IL SEGRETO DI RAGUSA
Ma cosa differenzia il territorio ibleo dagli altri Comuni siciliani? “C’è una sensibilità diversa verso il tema del decoro urbano – ha puntualizzato il sindaco – è un dato di fatto. I nostri dati sono in media migliori rispetto al resto siciliano“.
Ragusa inoltre “permette di fare investimenti. Ha una situazione economica più stabile rispetto alla media. Il cittadino ragusano – ha aggiunto – paga le tasse, i contributi e la Tari. Leggo di Comuni con un’evasione superiore anche del 70%. Noi contiamo una riscossione accertata intorno all’80%. In queste condizioni è sicuramente più facile lavorare. C’è anche un lavoro certosino dietro – ha concluso – una certa attenzione nello scovare gli evasori e nel non creare un rapporto conflittuale con i contribuenti. Tutti, infatti, sono nelle condizioni di pagare senza troppe complicazioni“.
Ragusa è la Copenaghen di Sicilia? E’ ancora molto presto per affermarlo ma certamente esiste un’idea di base che lega le due città: il rifiuto può e deve trasformarsi in una risorsa, e non in un problema intramontabile.