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Fischi e fiaschi

“Rigore è quando arbitro fischia”

sabato 19 Luglio 2025

Carissimi

Mi trovo come il fine settimana a dover scrivere le mie considerazioni sulle sensazioni accumulate nel corso degli ultimi giorni.

Sono state giornate un po’ frenetiche per la nostra città dovuta alla concomitanza del festino che ha, volente o nolente, finito per coinvolgere la stragrande maggioranza dei palermitani sia la fase di partecipazione sia per quella di fruitore involontario di tutti i disagi collaterali con la variazione di alcune abitudini giornaliere.

Il festino ha finito per rappresentare negli ultimi anni (ma proprio per una aberrazione di quelli che dovevano essere i principi fondanti di questa ricorrenza), uno strumento per misurare il gradimento del governo cittadino, si è finito per spostare l’attenzione verso la celebrazione di un primo cittadino e della sua giunta, allontanandosi da quella che doveva essere la natura religiosa e pagana dall’evento.

Personalmente penso che le tradizioni vadano difese (alla maniera anglosassone e non adattate ai tempi) a costo di apparire apparire ridicoli, ma la tradizione si perpetra nei secoli e si rispetta come la fede senza doversi fare troppe domande. Una volta era lo struscio sul Foro Italico alla ricerca dei babbaluci, gelati e del melone ghiacciato, in attesa del democratico fuoco di artificio culmine di tutti i festeggiamenti alla portata di tutti in riva al mare, oggi tutto ciò è diventato una mega produzione che ammette dentro eventi e piccoli eventi una marea di gente che vive di rappresentazioni e di spettacoli, pensi che chi rimane fuori da queste opportunità non si lamenti?

Occorre avere la coscienza a posto di aver operato bene, pensate che un governo cittadino possa essere giudicato dagli applausi nel gesto di porgere i fiori con l’augurio alla Santa patrona ai quattro canti? Sono certo che le contestazioni o gli applausi molto spesso artate nascono da antipatie o empatie nei riguardi di chi governa.

L’antipatia spesso è cercata per profonda inesperienza ogni qualvolta si tentano di costruire steccati e ogni qualvolta si riempiono gli strumenti social di foto di festeggiamenti privati con i soliti noti che sembrerebbe far pensare, senza riflettere, che i governanti passino tutto il tempo a festeggiare.

Ne sono più che certo, i social non favoriscono l’immagine dei governanti sempre sorpresi a ballare e presenziare, in eventi che tendono sempre ad isolare i governanti dalla propria gente mediante eventi di nicchia a loro riservati. Ricordo periodi nei quali neanche si conoscevano i nomi degli assessori, figuratevi i loro volti e poi i sindaci venivano eletti e sfiduciati nel consiglio comunale.

Oggi il sindaco è un divo, passa attraverso sondaggi, viene continuamente intervistato, taglia nastri di continuo e allora se accetti di scendere in questo campo dove c’è gente che, come mestiere, ha quello di impallinarti, non ti meravigliare, a volte cerca i mandanti tra il fuoco amico, poiché nulla esiste di più imperdonabile del successo.

Però un po’ di sobrietà non dispiace, ed è consigliabile, specialmente nel primo cittadino unico ad esser stato votato e non nominato come di frequente accade con la giunta, c’è poco da fare, con retaggi del ventennio, il popolo è abituato all’idea romantica della luce accesa fino a tarda notte nella stanza del capo che, mentre i “sudditi” dormono, lui lavora.

L’ho detto più volte, non farei mai né il sindaco ne il presidente della squadra di calcio, ruoli per i quali non è prevista la gratitudine della folla e sei giudicato soltanto all’indomani del primo insuccesso, poiché i successi sono considerati dovuti o scontati.

Il consiglio che mi sento di dare al primo cittadino: “Sinni futtissi, vada avanti, faccia quadrato attorno a sé, magari un po’ di pulizia, non permettendo a nessuno di parlare e agire per suo conto e con sobrietà continui a lavorare, si è fatto molto e c’è molto da fare, non possiamo pretendere di essere graditi a tutti, non riuscì neanche a Nostro Signore.”

Un abbraccio Epruno

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