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Rimembranze in un caldo giorno di luglio

venerdì 19 Luglio 2019
via d'amelio, strage, borsellino,

botindari epruno

Carissimi,

vedo quella mia panchina che mi aspetta per sedermi e rilassarmi definitivamente ma voglio resistere perché c’è ancora tempo e voglia per fare ancora qualcosa.
Più giungono segnali inquietanti e più la voglia di fare aumenta, poiché mi rendo conto che l’unica risorsa che sta venendo a mancare è “il senno”!
Ho speso tante energie per mettere insieme gente “positiva” di qualunque estrazione e colore convinto che dall’unione di positività potessero nascere cose belle per tutti e purtroppo mi scontro quotidianamente con la “gramigna della mediocrità” di chi infama, dileggia, calunnia con l’unico scopo di sminuire agli occhi del prossimo il valore dell’interlocutore poiché non ha la forza di alzarsi al suo livello per competere e visto che il sistema è costruito “al ribasso” tali negatività e nefandezze si evidenziano.
Siamo sempre di più coloro che pensano che questa mentalità ci porterà all’autodistruzione poiché la società non si può reggere attorno ad unica “intelligenza deviata” e tanti cretini di supporto, tanti cerebrolesi plaudenti, tanti “mono neuroni” elegantemente vestiti e a volte anche con un “bel culo”.

Come volete che mi senta in una giornata come questa pensando a quel boato che mi fece sobbalzare dal letto, appena rientrato dal mare, stesomi per qualche minuto a riposare.

Come volete che mi senta a distanza di anni nell’avvalorare i sospetti che non era un uomo con la coppola e i baffi a premere quel telecomando, ma quell’esercito di “mono neuroni” che rispettando gli ordini volevano difendere la mediocrità e non un mondo giusto.
Allo stupido tu dici costantemente ciò che deve fare nella speranza che lo faccia e soprattutto bene, ma al “giusto e intelligente” dai un mandato e lui lo porta avanti nel rispetto delle regole anche quando prende consapevolezza di rimanere solo andando avanti.
Ci sono alcune vite dedicate a dare un significato alla vita di tutti gli altri e non necessariamente trattasi di vite eroiche, di martiri, di missionari a volte anche vite apparentemente di balordi ma piene di contenuti.

I “contenuti”, che bella ed importante parola. Non sono i titoli ad esaltare i ruoli, ma la capacità che l’individuo ha di riempire di contenuti la propria esistenza e soprattutto di saperli trasmettere e a costoro saremo anche in grado di perdonare i vizi (se mai ce ne fossero, vedi Mozart, Caravaggio, Leonardo da Vinci).
Ricorderemo un “grande del contemporaneo” quale Camilleri, per la sua sigaretta costantemente accesa o per ciò che ha saputo lasciarci nelle sue due vite?

Oggi che affaticato e cieco, dopo quasi un secolo di vita potremo mai sentirci soli nella sua assenza quando prenderemo consapevolezza dell’entità di emozioni lasciateci attraverso la scrittura e gli strumenti mediatici?
Camilleri non era un eroe e neanche penso aspirasse alla santità, ma un uomo con tutte le debolezze del genere che si è saputo assaggiare la vita, distillandola in alcuni casi e ci ha saputo lasciare dei “contenuti”.
Quando in giornate come queste si perdono o si commemorano personaggi di grande spessore personalmente non mi sento solo per la loro assenza, ma mi sento solo per la mancanza all’orizzonte di personaggi con potenzialità tali da eguagliarne lo spessore.

Dopo di loro, vedo l’avanzare dei mediocri in una evidente epoca di “minimo storico” e di decadenza intellettiva ancor più che intellettuale.
Sono nato negli anni sessanta e reputo normale che seppur longevi questi “grandi personaggi” che hanno accompagnato la mia crescita debbano ad uno ad uno abbandonarmi, perché svegliandomi mi sono reso conto di essere nel 2020 e di aver superato abbondantemente “il distacco della luna nel 1999”, “l’Odissea nello spazio del 2001” e il “Blade Runner del 2019” poiché quel futuro fantascientifico ipotizzato da adolescente oggi nella realtà è più “scientifico” e meno pieno di “fantasia”.

Un abbraccio, Epruno

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