Con l’uscita di Bernardette Grasso dal Governo della Sicilia, si è persa la rappresentanza femminile nella giunta regionale. A tal proposito Confapi sipiega perchè le donne non sono solo quote in una lettera aperta al Governo Siciliano.
LA LETTERA
Caro Governo Siciliano tutto,
dopo le dichiarazioni e le scelte degli ultimi giorni ritengo doveroso dedicare qualche riga per ricordare, senza presunzione di esaustività, perché la rappresentanza femminile in politica, così come tra i manager nelle nostre aziende e negli enti pubblici, conta.
Non rivendicherò la pretesa di coerenza verso l’ultima legge regionale votata a giugno 2020 sulle quote rosa e la nostra Costituzione, così come non mi dilungherò sulle direttive e le tante raccomandazioni europee che da anni esortano alla parità di genere, e nemmeno sull’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 tracciata dalle Nazioni Unite.
Potrei iniziare, invece, scrivendo che con 2.552.177 donne sull’Isola rappresentiamo circa il 51,4% della popolazione totale e, con circa il 54%, la maggioranza dell’elettorato siciliano. Continuare, specificando, dunque, che un’equa rappresentanza richiederebbe la maggioranza delle posizioni decisionali a favore di noi donne. Scrivere, ancora, che nel 2019 la Sicilia era al quarto posto in Italia per numero di imprese rosa, pari a 114.216 e che, nonostante ciò, attualmente è la penultima regione d’Europa per occupazione femminile, con un tasso che sfiora appena il 29,1%. Aggiungere, poi, che il nostro livello di istruzione è sensibilmente maggiore rispetto a quello maschile. Le laureate sono, infatti, di 3 punti percentuali più dei laureati nell’Isola.
Ma dal momento che credo non sia solo una questione di numeri e di quote ma di valore e di ricchezza delle differenze proverò ad andare oltre e a ricordare a cosa state rinunciando e a cosa vi state arrendendo scegliendo nella gestione della cosa pubblica preferibilmente abili uomini, continuando ad ignorare le nostre abili donne. Alcune di queste sono da sempre impegnate nella guida di importanti e floride imprese sane e non discusse e, noi associazioni datoriali tutte, ogni giorno godiamo delle loro capacità di innovazione, resilienza e cambiamento.
Numerosi studi dimostrano che le donne tendono ad essere più collaborative e meno soggette a corruzione. Dunque, ignorandoci vi sarete arresi a provare a “rafforzarvi” nella lotta all’illegalità e ad arricchirvi grazie al collaborativo confronto tra generi. L’evidenza empirica dimostra, poi, che le donne in posizioni di “potere e comando”, svolgano la funzione di role models per le ragazze, e come questo sia fondamentale per la crescita e ripresa della nostra economia. Ignorandoci, vi sarete arresi a fornire alle giovani siciliane incentivi ad investire di più su loro stesse per guadagnare spazi nell’economia e nella società. Ed ancora, altri studi dimostrano che le donne al governo destinano maggiori risorse a istruzione, ambiente e salute. Proprio quel tipo di investimenti la cui carenza negli ultimi anni ha determinato lo stato di incapacità a gestire e contrastare la pandemia del nostro tempo. Ignorandoci, vi sarete arresi a cavalcare un’occasione e un’opportunità di potenziamento verso il cambiamento.
Concludo, ricordandovi che nell’allegoria cristiana la donna, creata per ultima da Dio, rappresenta intuito, poesia e immaginazione. Ella è simbolo di purificazione, creata per raffinare la materia fino ad allora considerata “grezza”. Ignorandoci, vi sarete arresi alla sola volontà, alla sola logica e alla sola prosa che rappresenta l’uomo. Dunque, vi sarete arresi a rinunciare a quell’opportunità di “raffinare” e “migliorare” un’azione di governo futura difficile e forse richiedente sforzi senza eguali. Ebbene, la questione oggi non è quindi più solo se e quante donne ci governino in qualità di assessori ma anche su quelle che possono arrivare a fare la differenza nei processi decisionali relativi alla cosa pubblica e nel cambiamento culturale di alcuni pensieri maschili che, finiscono per essere “solo materia grezza” sottolineando come quella di centinaia di donne, imprese e parti sociali, così come questa, sia solo una polemica sterile e pretestuosa.
Confapi Sicilia si augura che, nonostante le innumerevoli rinunce delle ultime ore, possiate, insieme a noi, Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Confartigianato, Legacoop, Confesercenti, Confcooperative e, tutte le altre parti sociali, decidere di governare sforzandovi di fare il bene dei siciliani e delle siciliane nel migliore dei modi. Imprescindibile da ciò è cominciare un percorso condiviso per individuare, tra le siciliane che hanno già dimostrato di saper far eccellere la nostra regione e la nostra economia in Italia e nel mondo, nuovi leader strategici per la gestione e la guida dei tanti enti di supporto alla vostra rinnovata azione di governo ancora commissariati ed al minimo storico delle loro potenzialità tanto più importanti in questo periodo.